Programmazione Neuro Linguistica: Mettere etichette.

Quanto c’é di Programmazione Neuro Linguistica in questo video?

Una delle abitudini che meno sopporto di chi si avvicina in maniera superficiale alla Programmazione Neuro Linguistica è quella di usare alcuni dei termini che le sono propri come nuove etichette, per sostituirne altre che venivano usate prima o come modo per riconoscere alcune caratteristiche dell’individuo…facendolo identificare con una sua modalità caratteristica.

Così è facile incontrare persone (che definisco PNLlari 😉 ) che etichettano qualcuno come Visivo, Uditivo o Cinestesico (altri dicono Cinestetico, Cenestesico, Cenestetico…tanto è una traduzione dall’inglese e troverai che ognuno usa la sua  😉 – so che qualcuno dei lettori più avanzati avrà capito che cosa fa questa parentesi…se volete potete scrivermelo in privato, sarò pronto a fare un plauso, anche pubblico a chi mi darà la risposta corretta! 🙂 ). altri diranno di essere dei “Via da” o dei “Verso” in base al metaprogramma di preferenza, qualcuno ama addirittura darsi del “Chunk Up”, e lì mi sorge un sorriso per l’assonanza con un noto insulto americano!

In definitiva, si chiederà qualcuno, cosa c’è di male in tutto questo? In fin dei conti è una terminologia della Programmazione Neuro Linguistica, no?

Si è vero. I termini usati appartengono anche al modello della Programmazione Neuro Linguistica (ovviamente il presupposto è “non solo”), la difficoltà nasce laddove questi seguano il verbo essere.

Eh già, il vero problema non è l’uso della terminologia, bensì in quale contesto semantico (cioè di struttura linguistica) tale terminologia viene usata. In Programmazione Neuro Linguistica adottiamo il concetto di e-prime, derivante dalla Semantica Generale di Alfred Korzybski (presto ti offrirò l’opportunità di scaricare un e-book con tutti i riferimenti epistemologici relativi alla Programmazione Neuro Linguistica e a tutti gli studi da cui abbiamo attinto), tale concetto sottolinea come l’uso del verbo essere sia attinente all’aspetto di identità della persona di come tale utilizzo sia limitante per il suo sviluppo come essere libero.

Per spiegarlo in maniera più diretta, ti riporto un dialogo tra me e mia figlia Bianca Sofia di 8 anni avvenuto alcuni mesi fa:

Bianca Sofia (tornata da scuola): “Papà oggi sono triste!”

Io (sorridendo distaccato): “Dai, pensa che io anche oggi sono Marco Valerio…”

Bianca Sofia “Ma no, papà, sono triste di mio…”

Io (serio): “Si, si, anche io sono Marco Valerio di mio” S. (con un accenno di sorriso)

Bianca Sofia “Ma no, dai, io sono sempre Bianca Sofia, ma sono anche triste”

Io (tra il serio e il divertito): “Ah, io invece no, sono solo Marco Valerio! Anche tu dovresti scegliere, sei Triste o sei Bianca Sofia? Mica puoi essere due cose insieme!”

Bianca Sofia (inizia a stufarsi): “E va bene, allora sono Bianca Sofia che si sente triste…”

Io (sorridente e vicino emotivamente): “Oh, brava! Allora, amore mio, poi mi racconti cos’è che ti faceva sentire quella tristezza, che mi interessa. Nel frattempo ti va di farmi un sorriso e provare felicità? Così posso abbracciarti e ti ascolto?”

Bianca Sofia (con un sorriso e allargando le braccia): “Si papi.”

Ora, lo so che qualcuno alle prime armi con la Programmazione Neuro Linguistica può pensare che un processo di questo genere richieda più tempo.

In realtà non è così.

Ti invito a imparare anche tu ad usare attenzione verso il verbo essere specie in riferimento all’indicare identità. Ovviamente in questo rientrano anche tutti quei termini della Programmazione Neuro Linguistica che tanti sono soliti utilizzare.

Quindi ti invito a sostituire “Sono Visivo” con “Ho adottato una modalità visiva (uditiva o cenestesica)”, così come, se conosci i meta-programmi, sostituisci “Io sono un Via da” ancora una volta con “In questo tipo di contesto adotto una modalità via da”.

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Fammi sapere le differenze che noti in questo modo. Nel frattempo ti invito a ragionare su questo video…farà la differenza!

Marco Valerio Ricci
***L’Allenatore della Felicità***
Licensed NLP Master Trainer

in Programmazione Neuro Linguistica & Coaching

Programmazione Neuro Linguistica: 10 anni di matrimonio

Programmazione Neuro Linguistica: oggi ti voglio parlare di qualcosa di diverso e in parte personale.

Alcuni giorni fa è stato il 10 anniversario di matrimonio tra mia moglie e me. E festeggiamo!

programmazione neuro linguistica
So che per molti è una non notizia, un grande “E quindi?” nella loro mente.
Allo stesso tempo è un grande successo, per una coppia che ha una visibilità pubblica, che spesso è in ambienti televisivi o dello spettacolo (nei quali, dobbiamo dirlo, le relazioni di lungo termine non sono il riferimento più comune??), che lavora molto con persone che si trovano ad affrontare situazioni che li portano a ripensare le scelte del passato, come il partner con cui condividere la propria vita.
Come Programmatore Neuro Linguista, la mia abitudine è quella di individuare le strategie che permettono alle persone di ottenere specifici risultati. Questo per migliorare tali strategie, se non sufficientemente efficaci, o per renderle replicabili nel caso che sia auspicabile il risultato ottenuto.
In gergo piennellistico si chiama “Modellamento”.
Una delle tecniche meno conosciute nell’ambito della Programmazione Neuro Linguistica e soprattutto più citata a sproposito.
Modellare non vuol dire copiare un’azione, né un comportamento, bensì estrarre le strategie inconsce di una persona, crearne una serie di equazioni che le rendano “stabili” e replicabili e a quel punto installarle in noi stessi o in altre persone in maniera che diventino un processo inconscio.
Ma dedicherò uno degli articoli specifici sulle tecniche di Programmazione Neuro Linguistica a questo specifico argomento.
Nei giorni scorsi è capitato in molte occasioni che le persone rimanessero colpite dalla durata del nostro rapporto, ancor di più nel momento in cui venivano a conoscenza del fatto che stiamo insieme da quai 18 anni. La prima domanda che ci è stata posta è, “Come avete fatto?”. 🙂
Che a me fa sempre pensare ad uno stupore dato dalla conoscenza di uno dei due membri della coppia… ?? 😉
Prendendo la domanda seriamente, invece, se cerco la strategia che ci ha permesso di ottenere questo primo risultato nella nostra coppia, ecco che entrano in gioco fattori a sorpresa.
Spesso nella nostra cultura si è condizionati a pensare che l’Amore per l’altra persona sia la forza che tiene in piedi qualunque rapporto. Spesso mi son chiesto, “È proprio vero?”.
Nel nostro caso, come nella maggior parte dei casi, no.
L’amore è un sentimento fortissimo, ma appunto è un sentimento.
Quante volte sull’onda di un sentimento ci facciamo pervadere da sensazioni non positive nei confronti di chi proviamo sensazioni indescrivibilmente positive?
Vi siete mai infuriati con un figlio, uno dei vostri genitori o una persona che amate?
Effettivamente capita, nonostante o proprio a causa dell’intensità del sentimento.
Il paradosso è che, se si basa la durata di una relazione esclusivamente su un sentimento, per quanto importante e grandioso come l’Amore, i rischi che la relazione arrivi ad un punto di stallo aumentano considerevolmente. Sembra strano ed è proprio così.
Un sentimento è, come dice la parola stessa, legato a ciò che sentiamo.
E questo è il limite implicito del basarsi esclusivamente sul sentimento. Ciò che sentiamo varia in base a così tanti fattori, interni ed esterni da noi, che non può essere sufficiente.
Come, diranno alcuni, la Programmazione Neuro Linguistica non dovrebbe insegnare ad essere noi a guidare i nostri stati d’animo, fino ai nostri sentimenti?
In un certo senso si, ed è proprio qui il punto!
Per guidare noi stessi, ciò che proviamo, i nostri comportamenti, dobbiamo imparare come funzionano, come li generiamo, altrimenti invece di guidare noi stessi, rischieremo di farci guidare da loro. E che quindi, nel momento in cui un forte sentimento si “trasforma”, non ci siano le basi e i presupposti per saperlo recuperare pienamente.
Questo è il caso di tantissimi rapporti di coppia che finiscono nell’insoddisfazione generale, lo hai mai notato? Quale che sia la tua situazione sentimentale, ricorda, nel momento che vuoi far durare un rapporto, una relazione , il segreto è smettere di guardare all’esterno per riconoscere i segnali del sentimento. Ascolta le tue sensazioni, analizza le tue rappresentazioni interne, allinea la tua mente razionale con la tua mente viscerale e con quella emotiva (mente, cuore e viscere) e poi ascolta le emozioni che desideri generare con la persona e crea le condizioni per esprimerti pienamente.
Ovviamente, se sentissi la necessità di un Coaching Emozionale, chiamami, io e il mio staff saremo felici di poterti supportare anche in situazioni di coaching “formale”.
Nell’augurio di sentirti di invito a pensare “Se sapessi che questo è l’ultima volta che vedo questa persona nella mia vita, vorrei trattarla/o proprio così?”
Al tuo successo come essere umano!

Marco Valerio Ricci
***L’Allenatore della Felicità***
Licensed NLP Master Trainer

in Programmazione Neuro Linguistica & Coaching

Programmazione Neuro Linguistica: uscire dall’ipnosi data dalla scuola

Programmazione Neuro Linguistica & Coaching: la scuola uccide la creatività.

Questa è la tesi di Sir Ken Robinson, uno dei massimi esperti in creatività e sistemi scolastici al mondo. È vero?

Personalmente lo credo, ma non è importante ciò che credo io 😉
Il mio scopo, come allenatore mentale è quello di permettere a te, che mi stai leggendo, di ottenere di più da te stesso, di usare le tue capacità mentali ad un livello di libertà maggiore.
In questo senso ritengo che questo video apra la mente.
È ormai datato, e magari alcune delle osservazioni che vengono fatte si sono già verificate.
La cosa interessante e quello che invito a fare alle persone che durante La Magia della Trance-Formazione Profonda(il percorso di crescita profonda che sto conducendo in questi giorni in un meraviglioso agriturismo in Umbria), è pensare a ciò che viene detto mentre si analizza il modo in cui viene espresso.
Come fa ad essere così divertente e allo stesso tempo profondo? Quali sono le strategie linguistiche e le sequenze di input logici che permettono di intrattenere e aprire la mente dell’ascoltatore nel medesimo tempo?
Ti invito anche a leggere la trascrizione in italiano dello speech…noterai quanto ti aiuterà nel comprendere meglio gli schemi linguistici, i metaprogrammi e i filtri che vengono usati.
Perché è importante? Semplice-mente perché in troppe occasioni alcuni abili comunicatori li usano a loro vantaggio e a tuo discapito…e conoscerli ti aiuta a diventare un mago della comunicazione a tua volta e poterla usare così per rendere questo mondo migliore!
Buona Visione!

Marco Valerio Ricci
***L’Allenatore della Felicità***
Licensed NLP Master Trainer  in Programmazione Neuro Linguistica & Coaching

 

Sir Ken Robinson espone una divertente e toccante argomentazione a favore della creazione di un sistema educativo che nutra la creatività (anziché metterla a repentaglio).

Trascrizione del testo in italiano dal video

“Buon giorno. Come state? È stato meraviglioso, no? Sono rimasto stravolto da tutto quanto. Infatti, me ne vado. (Risate) Sono emerse tre tematiche durante la conferenza, che sono attinenti a quello di cui vorrei parlare. La prima è l’evidenza straordinaria della creatività umana in tutte le presentazioni che abbiamo visto e in tutte le persone qui. La sua diversità, la sua varietà. La seconda è che ci troviamo in una situazione nella quale non abbiamo idea di quello che succederà in futuro. Non abbiamo idea di come si svilupperà.

Ho un interesse per l’istruzione, per l’educazione. A dir il vero, mi sembra che tutti abbiamo un interesse per l’educazione. O no? Lo trovo molto interessante. Se sei ad una festa e dici che lavori nell’ambito educativo – francamente, non vai spesso alle feste, se lavori in questo settore. (Risate) Non ti chiamano proprio. E, curiosamente, non verrai più reinvitato. Che strano. Se invece lo sei e dici a qualcuno, sai com’è, ti chiedono, “Che lavoro fai?” e tu rispondi che insegni, vedi subito come diventano pallidi in faccia. Pensano “Oh mio Dio, perché proprio a me? … L’unica serata libera in tutta la settimana”. (Risate) Ma se tu chiedi dei loro studi ti attaccano al muro. Perché è qualcosa che ci tocca profondamente, vero? Un po’ come la religione, i soldi e altre cose. Ho un grande interesse per l’educazione e credo che lo abbiamo tutti. Perché ci riguarda un sacco, in parte perché è l’educazione che dovrebbe prepararci per questo futuro incerto. Se ci pensate, i bambini che cominciano ad andare a scuola quest’anno andranno in pensione nel 2065. Nessuno ha la più pallida idea – nonostante tutte le considerazioni esperte presentate in questi quattro giorni – come sarà il mondo tra cinque anni. Eppure abbiamo il compito di preparare i nostri figli per esso. Per cui l’imprevedibilità, io credo, è straordinaria.

E la terza cosa è che siamo tutti d’accordo, nonostante tutto, sulla davvero straordinaria capacità che i bambini hanno, le loro capacità di innovazione. Sirena l’altra sera era magnifica, no? Solo a vedere che cosa riesce a fare. Lei è eccezionale, però credo che lei non sia, per così dire, un’eccezione tra tutti i bambini. Ciò che qui abbiamo è una persona estremamente dedicata che ha scoperto un talento. E sono convinto che tutti i bambini hanno enormi talenti. E noi li sprechiamo, senza pietà. Quindi voglio parlare di educazione e voglio parlare di creatività. Il mio argomento è che la creatività è tanto importante quanto l’alfabetizzazione e le dovremmo trattare alla pari. (Applausi) Grazie. Tutto qua. Grazie mille. (Risate) Dunque, 15 minuti ancora … Beh, sono nato – no. (Risate)

Recentemente ho sentito una bella storia – amo raccontarla – di una ragazzina durante una lezione di disegno. Aveva 6 anni, era seduta in fondo e disegnava. L’insegnante diceva che questa ragazzina di solito non stava attenta, ma in questa lezione invece sì. L’insegnante era affascinata, andò da lei e le chiese: “Che cosa stai disegnando?”. E la ragazzina rispose: “Sto disegnando Dio”. E l’insegnante disse: “Ma nessuno sa che aspetto abbia”. E la ragazzina: “Lo sapranno tra poco”. (Risate)

Quando mio figlio aveva quattro anni in Inghilterra – a essere sincero aveva quattro anni ovunque. (Risate) A voler essere rigorosi, quell’anno aveva quattro anni in qualsiasi posto andasse. Partecipava al teatrino della Natività. Vi ricordate la storia? Era una grande storia. Mel Gibson fece il sequel. Forse l’avete visto: “Natività II”. Comunque, James faceva la parte di Giuseppe e noi ne eravamo entusiasti. La consideravamo una delle parti più importanti. Riempimmo il posto con sostenitori in T-shirt: “James Robinson È Giuseppe!”. (Risate) Non doveva dire niente, ma conoscete la parte dove entrano i tre Re. Entrano portando i regali, portano oro, franchincenso e mirra. È successo davvero. Eravamo lì seduti e credo che si fossero scambiati i posti, perché dopo abbiamo parlato con il ragazzino e abbiamo detto “Ti va bene così?” e lui: “Sì, perché, che c’è che non va?”. Si erano semplicemente cambiati di posto, tutto qua. Comunque, i tre ragazzi entrarono, quattrenni con tovagliolini in testa, posarono queste scatole per terra e il primo ragazzino disse: “Vi porto oro”. E il secondo ragazzino disse: “Vi porto mirra”. E il terzo ragazzino disse: “Questo l’ha mandato Frank!”. (Risate)

Ciò che queste cose hanno in comune è che i bambini si buttano. Se non sanno qualcosa, ci provano. Giusto? Non hanno paura di sbagliare. Ora, non voglio dire che sbagliare è uguale a essere creativi. Ciò che sappiamo è che se non sei preparato a sbagliare, non ti verrà mai in mente qualcosa di originale. Se non sei preparato a sbagliare. E quando diventano adulti la maggior parte di loro ha perso quella capacità. Sono diventati terrorizzati di sbagliare. E noi gestiamo le nostre aziende in quel modo, stigmatizziamo errori. E abbiamo sistemi nazionali d’istruzione dove gli errori sono la cosa più grave che puoi fare. E il risultato è che stiamo educando le persone escludendole dalla loro capacità creativa. Picasso una volta disse che tutti i bambini nascono artisti. Il problema è rimanerlo anche da adulti. Io sono convinto che non diventiamo creativi, ma che disimpariamo ad esserlo. O piuttosto, ci insegnano a non esserlo. Dunque perché è così?

Ho vissuto a Stratford-on Avon fino a cinque anni fa. Ci siamo trasferiti da Stratford a Los Angeles. Vi potete immaginare quanto sia stato facile il trasferimento. (Risate) Veramente, abitavamo in un posto di nome Snitterfield, appena fuori Stratford, il posto dove nacque il padre di Shakespeare. Vi viene in mente qualcosa? A me sì. Non pensate al fatto che Shakespeare aveva un padre. No? Davvero? Perché non vien da pensare a Shakespeare come ragazzino, o sì? Shakespeare a sette anni? Io non ci ho mai pensato. Avrà pur avuto sette anni un tempo. Sarà stato nella lezione d’inglese di qualcuno, no? (Risate) Quanto sarebbe seccante? “Più impegno”. Essere mandato a letto dal papà che dice: “Vai a letto, ora!”, a William Shakespeare, “e metti via la penna. E smettila di parlare così, confonde la gente”. (Risate)

Comunque, ci siamo trasferiti da Stratfort a Los Angeles e vorrei dire qualcosa sul trasferimento. Mio figlio non voleva venire. Ho due figli. Lui ha 21 anni ora, mia figlia 16. Lui non voleva venire a Los Angeles. Gli piaceva ma aveva una ragazza in Inghilterra. Era l’amore della sua vita, Sarah. La conosceva da un mese. Festeggiavano già il loro quarto anniversario. Perché è un lungo periodo a 16 anni. Lui era abbastanza lunatico in aereo e disse: “Non troverò mai più una ragazza come Sarah”. E noi eravamo piuttosto contenti, francamente. Lei era la nostra ragione principale per lasciare il Paese. (Risate)

Ma c’è una cosa che ti colpisce quando ti trasferisci in America e se viaggi per il mondo: ogni sistema di istruzione ha la stessa gerarchia di materie. Ognuno. Non importa dove vai. Credi che sia diverso, ma non lo è. In cima ci sono le scienze matematiche e le lingue, poi le discipline umanistiche e in fondo l’arte. Ovunque nel mondo. E, più o meno, anche all’interno di ogni sistema. Esiste una gerarchia nelle arti. L’arte e la musica occupano una posizione più alta nelle scuole rispetto a recitazione e danza. Non esiste sistema educativo sul pianeta che insegni danza ai bambini ogni giorno, così come insegniamo la matematica. Perché? Perché no? Credo che sia importante. Credo che la matematica sia molto importante, ma altrettanto la danza. I bambini ballano tutto il tempo se possono, noi tutti lo facciamo. Abbiamo tutti un corpo, o no? Mi sono perso qualcosa? (Risate) In verità, ciò che succede è che, quando i bambini crescono, noi iniziamo a educarli progressivamente dalla pancia in su. E poi ci focalizziamo sulle loro teste. E leggermente verso una parte.

Se tu visitassi il sistema educativo da alieno e ti chiedessi “A che serve la pubblica istruzione?” credo che dovresti concludere – vedendo il risultato, chi ha successo in questo sistema, chi fa tutto quel che deve, chi viene onorato, chi sono i vincitori – credo che dovresti concludere che lo scopo dell’istruzione pubblica in tutto il mondo sia quello di produrre professori universitari. O no? Loro sono le persone che stanno in cima. E io ero uno di loro, quindi. (Risate) A me piacciono i professori universitari, ma non li dovremmo considerare come il risultato più alto raggiungibile. Sono solo una forma di vita, un’altra forma di vita. Ma sono piuttosto curiosi e lo dico con affetto per loro. C’è qualcosa di curioso nei professori, per quel che è la mia esperienza – non tutti, ma di solito – vivono nella loro testa. Vivono lassù e leggermente da una parte. Sono scorporati, avete presente, quasi in senso letterale. Vedono i loro corpi come un mezzo di trasporto per le loro teste, no? (Risate) È un modo per portare le loro teste ai meeting. Se volete una prova concreta di esperienze extracorporee andate ad una conferenza di accademici attempati e fate un salto nella discoteca, all’ultima sera. (Risate) E lo vedrete, uomini e donne adulti scuotersi incontrollabilmente, fuori tempo, aspettando che finisca per andare a casa e scriverne qualcosa.

Il nostro sistema educativo è basato sull’idea di abilità accademiche. E c’è una ragione. Tutto il sistema è stato inventato – in tutto il mondo non c’erano scuole pubbliche prima del XIX secolo. Furono create per venire incontro ai fabbisogni industriali. Quindi la gerarchia è fondata su due idee. Numero uno: che le discipline più utili per il lavoro sono in cima. Voi probabilmente siete stati benignamente allontanati da cose che vi piacevano da bambini a scuola, sulla base che non avreste mai trovato un lavoro facendo quello, no? Non fare musica, non diventerai un musicista; non fare arte, non sarai un artista. Avvisi benevoli – ma ora profondamente sbagliati. Il mondo intero è in subbuglio. E, punto secondo, è l’abilità accademica che oggi domina la nostra idea d’intelligenza, perché le università hanno creato il sistema a loro immagine. Se ci pensate, tutto il sistema della pubblica istruzione, in tutto il mondo, si concentra sull’ammissione all’università. E la conseguenza è che tante persone di talento, persone brillanti, creative, credono di non esserlo. Perché la cosa per la quale erano bravi a scuola non le si dava valore, o era perfino stigmatizzata. E credo che non ci possiamo permettere di andare avanti così.

Nei prossimi 30 anni, secondo l’UNESCO, si laureeranno più persone al mondo di tutte quelle che si sono laureate dall’inizio della storia. Più persone, ed è la combinazione di tutte le cose delle quali abbiamo parlato, la tecnologia e il suo effetto di cambiamento sul lavoro e la demografia e il grande incremento della popolazione. Ad un tratto i titoli di studio non valgono nulla, non è vero? Quando ero studente, se avevi una laurea avevi un lavoro. Se non avevi un lavoro era perché non ne volevi uno. E io, francamente, non ne volevo uno. (Risate) Ma oggi giovani con una laurea in tasca spesso sono a casa a giocare con i videogame, perché ti serve la laurea specialistica dove prima ti serviva quella normale e adesso ti serve il PhD per l’altra. È un processo di inflazione accademica. E ci indica che tutta la struttura educativa si sta spostando sotto i nostri piedi. Dobbiamo ripensare radicalmente la nostra idea di intelligenza.

Sappiamo tre cose sull’intelligenza. Anzitutto, che è varia. Pensiamo il mondo in tutti i modi nei quali lo percepiamo. Riflettiamo visualmente, uditivamente, cinesteticamente. Pensiamo in modo astratto, in movimenti. Secondo, l’intelligenza è dinamica. Se guardiamo le interazioni di un cervello umano, come abbiamo sentito ieri da alcune presentazioni, l’intelligenza è meravigliosamente interattiva. Il cervello non è suddiviso in compartimenti. Infatti, la creatività – che io definisco come il processo che porta ad idee originali di valore – si manifesta spesso tramite l’interazione di modi differenti di vedere le cose.

Il cervello stesso lo fa intenzionalmente – c’è un fascio di nervi che connette le due parti del cervello chiamato corpus callosum. È più ampio nelle donne. Riagganciandomi al discorso di Helen di ieri, credo che sia per questo che le donne sono migliori nel multitasking. Perché lo siete. Ci sono un sacco di ricerche, ma lo so anche dalla mia esperienza personale. Quando mia moglie cucina – cosa che non accade spesso, per fortuna. (Risate) Sapete, lei sta facendo – no, è brava in alcune cose – ma se cucina, parla al telefono, parla con i bambini, tinge il soffitto, fa un intervento a cuore aperto. Se cucino io, la porta è chiusa, i bambini sono fuori, il telefono deve aspettare e se lei entra mi irrita. Dico, “Terry, per favore, sto cercando di friggere un uovo. Lasciami stare”. (Risate) A proposito, conoscete quel vecchio detto filosofico, se nella foresta cade un albero e nessuno lo sente, è accaduto veramente? Vi ricordate quella vecchia battuta? Ho visto una T-shirt poco fa con sopra: “Se un uomo dice quel che pensa in una foresta, e nessuna donna lo sente, ha ancora torto?”. (Risate)

E la terza cosa sull’intelligenza è che è distinta. Sto scrivendo un nuovo libro chiamato “Epiphany”, che si basa su una serie di interviste di persone su come hanno scoperto il loro talento. Mi affascina come le persone ci sono arrivate. Nasce da una conversazione che ho avuto con una donna meravigliosa, che tante persone non conoscono, si chiama Gillian Lynne, ne avete sentito parlare? Alcuni sì. È una coreografa e tutti conoscono i suoi lavori. Ha fatto “Cats” e “Phantom of the Opera”. Lei è meravigliosa. Sono stato tra i dirigenti del Royal Ballet, in Inghilterra, come potete vedere. Comunque, abbiamo pranzato insieme un giorno e ho detto “Gillian, come sei diventata ballerina?”. E lei disse, era interessante, quando lei era a scuola era davvero senza speranza. E la sua scuola, negli anni 30, scrisse ai genitori e disse, “Crediamo che Gillian abbia problemi di apprendimento”. Non era capace di concentrarsi, diventava nervosa. Oggi direbbero che ha l’ADHD [Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività]. Non credete? Ma siamo attorno al 1930 e l’ADHD non l’avevano ancora inventata. Non era una condizione disponibile allora. (Risate) La gente non sapeva che poteva averla.

Comunque, andò a farsi vedere da questo specialista. Stanza in legno di rovere … Ed era là con sua madre, era stata accompagnata e fatta accomodare su una sedia e alla fine stette seduta sulle sue mani per 20 minuti, mentre quell’uomo parlò con la madre di tutti i problemi che Gillian aveva a scuola. E alla fine – perché disturbava la gente, portava il compito in ritardo e così via, era una bambina di appena 8 anni – alla fine, il medico si sedette vicino a Gillian e disse: “Gillian, ho ascoltato tutte quelle cose che tua madre mi ha detto e le devo parlare a quattr’occhi”. Le disse: “Aspettaci qua, non ci metteremo molto”. E se ne andarono. Ma quando lasciarono la stanza egli accese la radio appoggiata sulla scrivania. E quando erano fuori dalla stanza disse alla madre, “Ora la guardi”. E appena se n’erano andati, lei disse, lei era in piedi e si muoveva con la musica. E la guardarono per qualche minuto ed egli disse a sua madre, “Signora Lynne, Gilian non è malata, è una danzatrice. La porti a una scuola di danza”.

Io chiesi “E poi?” e lei mi disse: “Lo fece. Non ti puoi immaginare quanto era bello. Entravamo in quella stanza ed era piena di gente come me. Gente incapace di stare ferma. Gente che si doveva muovere per pensare”. Ballavano balletto, tap, jazz danza moderna e contemporanea. Alla fine fece un’audizione per il Royal Ballet School, diventò una solista ed ebbe una splendida carriera al Royal Ballet. E infine si diplomò alla Royal Ballet School, fondò una sua company, la Gillian Lynne Dance Company, e conobbe Andrew Llozd Weber. Lei è stata responsabile di alcune tra le più famose produzioni del teatro musicale della storia, ha portato diletto a milioni di persone ed è multi-milionaria. Un altro le avrebbe somministrato qualche farmaco e detto di calmarsi. Ora, credo – (Applausi)

Credo che il punto sia questo: Al Gore l’altra sera ha parlato di ecologia e della rivoluzione partita da Rachel Carson. Credo che la nostra unica speranza per il futuro sia di adottare una nuova concezione di ecologia umana, nella quale cominciare a ricostruire la nostra concezione della ricchezza delle capacità  umane. Il nostro sistema educativo ha sfruttato le nostre teste come noi abbiamo sfruttato la terra: per strapparle una particolare risorsa. E per il futuro non ci servirà. Dobbiamo ripensare i principi fondamentali sui quali educhiamo i nostri figli. C’è una magnifica citazione di Jonas Salk, disse: “Se tutti gli insetti scomparissero dalla Terra, entro 50 anni tutta la vita sulla Terra finirebbe. Se tutti gli esseri umani scomparissero dalla Terra, entro 50 anni tutte le forme di vita fiorirebbero”. E ha ragione.

Ciò che TED celebra è il dono dell’immaginazione umana. Dobbiamo fare attenzione ad usare questo dono saggiamente ed evitare alcuni degli scenari dei quali abbiamo parlato. E lo faremo solo se sapremo vedere le nostre capacità creative per la ricchezza che sono e se sapremo vedere i nostri figli per la speranza che sono. Il nostro compito è di educarli nella loro interezza affinché possano affrontare il loro futuro. Forse noi non vedremo questo futuro, ma loro sì. E il nostro compito è di aiutarli a farne qualcosa.Grazie mille.

Programmazione Neuro Linguistica,Ipnosi,Meditazione e onde cerebrali

Oggi voglio riportare le osservazioni risultanti dall’analisi dei dati provenienti da un nuovo studio sugli effetti della meditazione sulle onde cerebrali.

Cosa c’entra con la Programmazione Neuro Linguistica e con l’Ipnosi? Tantissimo! E ti sarà chiaro alla fine dell’articolo.

Ora leggi, ho riportato informazioni molto interessanti per tutti coloro che si chiedono perché dovrei studiare la Programmazione Neuro Linguistica e frequentare un corso di Ipnosi?

Un nuovo studio svolto alla Brown University ha provato che una forma di meditazione conosciuta come MBSR, (Mindfulness Based Stress Reduction – Riduzione dello stress basata sulla presenza mentale)può agire come “manopola del volume” dell’attenzione, permettendo di cambiare la frequenza delle onde cerebrali.
Che cosa è il MBSR? E’un approccio sviluppato in origine alla University of Massachussetts Medical School, basato su tecniche di meditazione che sono state praticate in varie forme per oltre duemila anni.
programmazione neuro linguisticaIl programma sviluppato nell’arco di otto settimane, segue alcuni dei principi originali sviluppati nella pratica buddista, e allena chi lo pratica a focalizzarsi di volta in volta su diverse parti del corpo. L’aspettativa è che con il tempo si riesca a sviluppare un eguale livello di coscienza riguardo i propri stati mentali.
Negli ultimi vent’anni questa e un’altra pratica simile, chiamata MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy – Terapia cognitiva basata sulla presenza mentale) sono state incluse con sempre maggiore frequenza in piani di diffusione della salute nel mondo.

Alcuni studi hanno mostrato che queste pratiche possono ridurre il distress (lo stress negativo) in individui con dolori cronici e diminuire il rischio di depressione.

Nello studio che ho menzionato sopra, i ricercatori della Brown University volevano comprendere se l’MBSR potesse avere applicazioni più ampie al di là dell’aspetto clinico. L’MBSR potrebbe avere un impatto sulle onde cerebrali alfa che aiutano a filtrare ed organizzare gli input sensoriali, migliorando il controllo dell’attenzione?

I ricercatori hanno diviso i 12 adulti sani protagonisti dello studio in due gruppi.

Il primo è stato sottoposto al training per l’MBSR per le 8 settimane, mentre il gruppo di controllo non subì alcun training. Al termine delle 8 settimane le onde cerebrali alfa dei partecipanti furono misurate attraverso una tecnica di immagini cerebrali chiamata magnetoencefalografia (MEG).

Durante il test con l’equipaggiamento per il MEG, ai partecipanti furono somministrati dei tocchi sulle mani e sui piedi con un frequenza casuale.Mediamente le persone che avevano seguito il training MBSR mostrarono un cambiamento più rapido e più ampio nelle onde alfa in risposta a questi tocchi.
Questo è un indice della maggiore capacità di focalizzazione rapida dell’attenzione sulle aree del corpo rilevanti.

In che modo le onde alfa influenzano gli aspetti cognitivi?

I ritmi alfa aiutano a filtrare gli input sensoriali non rilevanti per il cervello. Se non ci fosse un adeguato filtraggio delle informazioni, l’abilità di gestire molte operazioni cognitive di base può essere messa a dura prova.

Immagina di dover compiere la semplice operazione di fare marcia indietro con l’automobile. Per compiere l’operazione in sicurezza devi mantenere chiara la direzione in mente mentre conduci la vettura e allo stesso tempo ignori le distrazioni che arrivano da qualsiasi aspetto: le notizie alla radio, i bambini che stanno giocando in fondo al cortile, un prurito sul piede, il riflesso del dei raggi del sole sui tuoi occhi.

La maggioranza delle persone filtrano queste distrazioni in maniera non consapevole – ma se stimoli irrilevanti ti potessero distrarre, anche solo fare marcia indietro su un vialetto può diventare un compito veramente difficile.

Questo studio della Brown University è allineato con altre ricerche sulla meditazione che confermano anche altre scoperte precedenti nel collegare un miglioramento nella performance dell’attenzione e una probabilità inferiore di errori durante i test di attenzione visiva grazie alla meditazione.

Ora, mentre è troppo presto per dichiarare che la meditazione è una panacea per qualsiasi cosa dal controllo dell’attenzione  alla diminuzione dei dolori cronici, sarà affascinante scoprire quello che definiranno le future ricerche su questo approccio millenario e sul suo impatto sul cervello.

Cosa c’entrano la Programmazione Neuro Linguistica e l’ipnosi con tutto questo?

Beh, una delle cose che riscontrano praticamente tutti coloro che almeno seguono un Licensed Practitioner in Programmazione Neuro Linguistica, o il Master in Ipnosi Applicata è il fatto di avere fin dai primi giorni un’esperienza nuova della realtà, una sensazione di maggiore presenza, come se avessero meditato per ore.


La Programmazione Neuro Linguistica e l’ipnosi sono approcci che permettono soprattutto di entrare maggiormente in contatto con se stessi.

Di liberarsi dai condizionamenti sociali e culturali che ci portano a prestare attenzione a fattori esterni da noi e che causano interferenze con la nostra consapevolezza di noi stessi. Se ci rifletti questi son effetti analoghi alla meditazione.


programmazione neuro linguisticaNel percorso La Magia della Trance-Formazione Profonda guido le persone a sperimentare attraverso dei rilevatori di onde cerebrali, come l’uso della Programmazione Neuro Linguistica e dell’autoipnosi permetta di alterare le frequenze di lavoro del proprio cervello e dunque come sia possibile imparare a connettersi con il proprio io più vero e profondo per ottenere con maggiore facilità benessere e felicità nella propria vita.

Il prossimo appuntamento lo terrò proprio nei primi giorni del 2014, colgo l’occasione per invitarti a partecipare e a scoprire anche tu come la capacità di sfruttare al meglio le tue capacità può essere un’esperienza di vera trance-formazione!

Ricorda, sei tu il padrone dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e questo lo avrai sentito dire migliaia di volte, la differenza la fai quando impari COME diventarne padrone, e questo è esattamente il campo della Programmazione Neuro Linguistica e dell’Ipnosi. Per il tuo successo, alla tua felicità.

Marco Valerio Ricci

Master Trainer in Programmazione Neuro Linguistica & Coach

PNL: la Programmazione Neuro Linguistica è scientifica? (II parte)

Quindi che cos’è la Programmazione Neuro Linguistica se non è scientifica?

Perché ho scritto un post su Facebook in cui osservavo che a chi mi dice che la PNL non è accettata dal mondo accademico mostro l’estratto da Psicological Review?

programmazione neuro linguisticaPerché la Programmazione Neuro Linguistica, pur non essendo scientifica, è appunto accettata nel mondo accademico.

Se ne fa uso continuamente e fin dalla sua creazione è stata ampiamente insegnata (non sempre ufficialmente) e usata per studi ed esperimenti nelle università.

Sono state discusse tesi di laurea, una addirittura sull’istituto di cui sono stato tra i fondatori, l’Accademia dei Coach dal titolo

“Il Business Coaching. Come l’Accademia dei Coach aiuta le competenze d’impresa”

totalmente dedicata allo studio del particolare modello di integrazione tra PNL e Coaching sviluppato dall’Accademia dei Coach.

 

Ricordiamoci che per usare qualcosa in campo accademico, non dobbiamo verificarne la scientificità, bensì l’efficacia.
E allora come possiamo definire la Programmazione Neuro Linguistica? Cosa è?

Personalmente la definisco una filosofia e un atteggiamento verso la vita di curiosità, di ricerca e di meraviglia per le nuove scoperte.
Fondamentalmente ci troviamo di fronte a un fenomeno culturale trasversale tra un approccio legato alla filosofia della matematica (ah se mi sentisse il mio ex professore di Analisi 1 di quando ero al Politecnico di Torino… 😉 ), alle influenze, ancora una volta filosofiche, degli sviluppi della fisica quantistica, alla pragmatica della linguistica e della psicocibernetica, fino ad arrivare agli approcci esoterici e legati alla manipolazione dell’energia e alla connessione con la parte emotiva dell’essere umano che possiamo ritrovare negli approcci ancestrali e nella maggior parte delle discipline orientali.

Insomma, apparentemente un pout-pourri di approci slegati tra loro.

La grande genialità della Programmazione Neuro Linguistica e dei sui due creatori, Bandler e Grinder, è stata quella di collegare il tutto sotto la guida dei loro grandi, immensi mentori, Gregory Bateson in primis, ma anche Virginia Satir, Milton Erickson, e più tardi Moshé Feldenkreiss e Robert Anton Wilson, attraverso l’uso della domanda fondamentale della Programmazione Neuro Linguistica “Come fai a fare ciò che fai?”.

Questo approccio ha creato un campo di studi totalmente nuovo, una sorta di “Arte di Vivere”, legata all’ascolto delle emozioni, alla connessione con il mondo esterno fatto di persone, alla libertà personale e di pensiero, al benessere interiore profondo. Come tutti gli approcci nuovi, innovativi e dirompenti rispetto al contesto preesistente, anche la PNL viene osteggiata.

E poiché non è particolarmente attaccabile, in quanto non dice niente, non professa nessun credo, non è psico-teologica, ma descrive solamente ciò che osserva sul come ottenere risultati, viene presa di mira da chi non la ha compresa sul solo piano su cui è attaccabile, quello della scientificità.

Un aspetto che, come ho già spiegato nella prima parte dell’articolo “PNL: la Programmazione Neuro Linguistica è scientifica? (I parte)” non è di interesse proprio per i presupposti intrinseci del modello.

In altre parole è come se un’automobile da corsa venisse criticata nella sua capacità di andare veloce in quanto non piega in curva come una moto… non lo fa semplicemente perché non è una moto!


Il mio suggerimento? Fai fare alla Programmazione Neuro Linguistica ciò che è nata per fare, quello per cui si è sviluppato il suo modello. Ricerca persone che la conoscano approfonditamente ad alto livello e approfondiscila con loro se queste risuonano positivamente con te.

Lascia stare se ti diranno non è scientifica, perché come vedi è comunque studiata a livello accademico!

Libera la tua mente dai condizionamenti esterni e dalle ipnosi collettive, la PNL è lo strumento, insieme all’ipnosi che concretamente ti può aiutare. Per la felicità, il benessere ed il successo nella tua vita.

Marco Valerio Ricci ***L’Allenatore della Felicità***

Master Trainer in Programmazione Neuro Linguistica & Coach