Coaching: ecco la nuova nascita.

Ciao e buon anno! Ecco il primo articolo del 2014.

Sarà un nuovo Anno, sarà magico, sarà come tu lo vorrai!

Come faccio a saperlo?

Guarda questo video, mette i brividi e celebra la magia della vita.

[youtube video_id=”jgcOoIcKh1k” width=”640″ height=”360″ ]

Se questo ti è stato possibile…puoi realizzare tutto ciò che vuoi con la giusta tecnologia e conoscenza della tua mente.

Siamo agli inizi, ma stiamo studiando, insieme! Se vuoi vivere anche tu il tuo anno più magico finora, unisciti a me.

Con il coaching percorreremo insieme la strada per riscoprire ogni giorno di più le tue capacità di creare la tua vita, te stesso, l’universo di cui facciamo parte.

Buona visione!

Marco Valerio Ricci
***L’Allenatore della Felicità***
Licensed NLP Master Trainer & Coaching

Coaching: Il tempo non basta mai! “Tempus fugit”

Oggi sono a Udine a tenere un corso, fino a lunedì. Il 4 gennaio inizia il primo corso di Coaching dell’anno e terminerà l’8.

Tra una festa e una sciata farò alcune giornate di Coaching in montagna. Vuoi scoprire il perché?

coachingSemplice, per allungare il tempo e vivere più a lungo, o almeno farlo credere al mio cervello.

Ma facciamo un passo indietro, così diventa più chiaro.

Arrivano le feste natalizie e, come sappiamo già, saranno troppo corte!

Ritornati dalle ferie, per chi le fa, inizierà il consueto confronto, spesso lamentoso, tra chi si è divertito ma ci sarebbe voluto stare di più, e chi non ha neppure fatto in tempo ad arrivare che è dovuto già andar via.

Insomma quando ci vogliamo ripassare il tempo non basta mai.
È proprio così?

“Tempus fugit” dicevano i nostri padri, e molte persone che conosco sono in accordo.

Quante volte sentiamo persone che ci dicono, quando ero bambino le estati sembravano non finire mai, o le giornate erano più lunghe, ora il tempo vola, le giornate non fanno in tempo a iniziare che sono già finite.

È vero che il tempo scorre più veloce quando si invecchia? Beh in realtà, ovviamente no! Il tempo, come sappiamo non esiste, è solo il nostro modo per codificare un prima e un dopo rispetto al momento attuale.

Se notiamo anche il modo in cui misuriamo il tempo, in realtà non è un modo per misurare il trascorrere del tempo, bensì lo spazio – pensa alle lancette dell’orologio, misurano un arco con un certo ritmo.

Noi indichiamo che ogni scatto della lancetta che indica i secondi indica una certa quantità di tempo (se l’orologio va bene). Anche il nome stesso dato alla misura di base del tempo, il secondo, è in realtà una misura geometrica per indicare una frazione di un arco di una specifica ampiezza. Poi il secondo è diventato il tempo in cui viene coperto quell’arco.

Abbiamo quindi un’evidenza di come il tempo sia una nostra percezione, quindi non reale e, di conseguenza, possa essere distorto, anche a piacimento, come tutte le percezioni. Questo ci porta a uno dei sacri graal di chi inizialmente si approccia alla PNL.

Se ti sei avvicinato già a corsi seri di Programmazione Neuro Linguistica o coaching, hai sicuramente incontrato il concetto di distorsione temporale.

Probabilmente lo hai vissuto in prima persona, il tempo durante il corso sembra volare, eppure pensandoci a posteriori sembra molto amplificato. Durante i corsi i partecipanti mi chiedono spesso, ci puoi insegnare a farlo di proposito?

Certo che posso, nei corsi avanzati si insegna, fa parte della crescita personale necessaria per poter diventare professionisti in PNL, se non siamo padroni della nostra percezione del tempo, come faremmo a creare la “Magia del cambiamento” in noi stessi e nelle persone con cui interagiamo?

In questo blog non posso farti sperimentare il lavoro attraverso cui installo la capacità di distorcere il tempo come durante i corsi.

Allo stesso tempo posso fornirvi i concetti di base che permetteranno a chi è più accorto di iniziare a sperimentare come modificare la percezione temporale.
Prima osservazione: da bambini tutto è più nuovo, meno banale, meno scontato. Gli adulti hanno un’esperienza maggiore e il cervello tende automaticamente a riportare ad esperienze già vissute e quindi a tralasciare molti dettagli di ciò che stanno vivendo.
Seconda osservazione: da bambini osserviamo di più e siamo di più nel presente. Di contro da adulti spesso si tende a essere assorbiti da problemi del passato o preoccupazioni sul futuro (un sacco di lavoro inutile insomma!).
Quindi, cosa puoi fare per vivere maggiormente il tuo tempo? La tua vita? Inizia con il concentrarti sul presente, sul momento attuale. Allenati a considerare il dettaglio, a focalizzarti sulla specifica azione che stai facendo. Godrai di una percezione della realtà aumentata…e aumentando il numero dei  dettagli, il tempo apparirà più lungo, più denso di significato.

Quando inizierai ad allenarti anche tu ad allungare la tua vita?
Con stima ed un augurio di splendenti feste!

Marco Valerio Ricci

Licensed NLP Master Trainer & Coaching

Coaching: un processo pratico da seguire mentre leggi.

Coaching: un processo pratico da seguire mentre leggi.

A dicembre dell’anno scorso, l’argomento più diffuso, se ricordi bene, era la profezia dei Maya sulla fine del mondo.

Le persone si dividevano tra fautori della fine del mondo e chi sosteneva tesi diverse.

Se mi segui da un po’ saprai che ho sempre sostenuto che il concetto di fine del mondo non era affatto fisico, piuttosto sarebbe stato strutturale.

E mi sembra piuttosto riscontrabile che, in questo senso, il mondo sia “finito”, cioè cambiato.

Allo stesso tempo, se mi stai leggendo, è un dato di fatto che il mondo fisico non è finito affatto.

Ma ti propongo un esperimento, così, per curiosità. Ti va di esplorare un po’ con me?
Si?
Allora prenditi un momento per giocare un pochino assieme, vedrai ti sarà utile. 😉

 

coachingImmagina per un attimo che in realtà il mondo finisse al termine delle prossime 24 ore, cosa succederebbe? Quali 3 cose vorresti fare?

Mmm, e se invece avessi un anno intero? Quali sono le tre cose che vorresti realizzare?

Ok, adesso prenditi un appunto sulle risposte prima di proseguire a leggere.

Lo so, lo so, non hai carta e penna, ma almeno le note dell’ipad? 😉

Adesso che le hai scritte (perché lo hai fatto veeeeroooo?), voglio che tu ti chieda una domanda tipica da coaching.

 

Stai vivendo queste come priorità nella tua vita?

Vedi, molte persone dicono “Lo farò un giorno o l’altro”.

Finché non ci rendiamo conto che abbiamo continuato a procrastinare, giorno dopo giorno.

Quindi, che ne dici di iniziare adesso? Semplicemente facendolo, trasformando le tue priorità in realtà.

Se hai letto “Le sette regole del successo” (Il cui titolo originale è in realtà molto più evocativo: “Le 7 abitudini delle persone altamente efficaci” e se non lo avessi ancora letto…corri a comprarlo, è un must read se tieni a te stesso), di Stephen Covey,

coachingavrai letto la metafora dei sassi grandi, che rappresentano le priorità nella vita, quelle da mettere in ordine per prime, per poi riempire gli altri spazi con i sassi più piccoli, fino ad arrivare alla sabbiolina.

Bene queste priorità sono i sassi grandi, quelli di cui dovremmo prenderci cura per primi, perché sono le cose veramente importanti per noi nella nostra vita.

Ma tante volte perdiamo di focalizzazione e ci impegniamo nel sistemare i sassolini e la sabbia…e non troviamo più spazio per ciò che dentro di noi conta veramente.
Nella tua vita tu vuoi dar sempre priorità alle cose grandi, importanti. E lo stesso vale nella tua attività lavorativa.

Quante volte investi del tempo su decisioni che hanno un basso impatto, o magari nullo, sui tuoi affari?
Quante volte ti ritrovi ad essere occupato, ma non a fare le cose giuste e prioritarie?
Se riempi il tuo contenitore tempo con questo tipo di attività, la sabbia per intenderci non ci sarà più tempo a disposizione per dedicarti a quelle cose che sono veramente importanti…i tuoi sassi grandi.
Questo è il motivo per cui la tua prima priorità deve essere individuare e definire la tua prima priorità.
Se trovassi qualche difficoltà ad individuare le tue priorità, è importante che ti faccia aiutare con il coaching da qualcuno che ti sappia guidare nel definirle veramente. (Questo è il ruolo di un Coach, se vuoi…ne ho visto passare giusto uno che potrebbe fare al caso tuo 😀 )

Questo è il momento giusto per passare all’azione: prendi quelle tre cose che ti sei annotato e blocca il tempo nella tua agenda in maniera da iniziare ad agire immediatamente per realizzarle.

Ad esempio, se una delle tue priorità è realizzare qualcosa di importante, magari creare il tuo sito, piuttosto che scrivere un racconto, beh, cancella del tempo sufficiente dalla tua agenda, possibilmente in momenti in cui sei più creativo.

Se desideri organizzare un evento, prenditi il tempo per andare a visitare la location dove potresti farlo.
Questo è sicuramente solo un piccolo passo nel processo, ma realizzandolo ti ritroverai già un passo più vicino al raggiungimento del tuo obiettivo.

Non permettere alla tua vita o alla tua attività di rimanere immobile ancora per un anno…ricordati la profezia dei Maya.

Il momento per agire è oggi, è adesso, non è poi così sicuro che un domani ci sarà…
Non è un bel pensiero, ma è la realtà. Solo l’azione porta ai risultati, solo quando tu agisci in allineamento con le tue passioni, con i tuoi desideri e le priorità senti dentro quell’inspiegabile sensazione di gioia e calore che definiamo felicità!

Marco Valerio Ricci ***L’Allenatore della Felicità***

Master Trainer in Programmazione Neuro Linguistica & Coach

Coaching: Superman, Clark Kent o …Batman?

Coaching: Superman, Clark Kent o …Batman?

Da piccolo con i miei amichetti tante volte si giocava ai supereroi, a salvare il mondo e essere così importanti per tutti, per il bene dell’umanità.

coaching Ora c’e la Playstation, ma a quei tempi no, e questi erano i giochi che un ragazzino in campagna si trovava a fare in giardino o nelle umide giornate invernali, chiusi in casa, nel salotto saltando da un divano all’altro.

Alla fine la discussione, così la fine del gioco, si impreniava sempre sui commenti animati di  chi fosse il supereroe  più forte tra Superman e Batman.

Molti dicevano il primo, lui si che era un vero super eroe, invincibile, con tutti i superpoteri, bello…l’uomo d’acciaio.

Io ho sempre sostenuto Batman. E i miei amici mi chiedevano, “perché?” ; all’epoca non avevo una risposta valida e mi attaccavo ai dettagli del costume, alle sensazioni che mi trasmetteva.

coachingE in questo c’era una parziale verita che ho scoperto solo con il coaching e  la crescita personale, negli anni.
Superman è inarrivabile, lui viene dallo spazio e non è umano. Per avvicinarsi agli uomini si presentava goffo, nei panni di Clark Kent, ma non era lui veramente. Come si faceva ad avvicinarsi a lui, veramente? Nei sogni, magari, allontanandosi dall’esperienza quotidiana del reale. Ma lui era già nato così, su un altro pianeta, non lo si poteva diventare.

Come si può ammirare e imparare da qualcuno che non è raggiungibile?

Qualcuno che si presenta così lontano che comunque richiama a sé soltanto un plauso di ammirazione, ma non la voglia di essere suoi pari?
Batman, per me, rappresentava un essere umano, normale, educato nell’arco della sua vita, giorno dopo giorno a diventare un eroe, ma di quelli veri, con le debolezze dell’uomo, con gli amici del cuore, con la vicinanza ai difetti di ogni persona. Quindi qualcuno che poteva essere raggiunto, emulato e un giorno superato.
Qui sta la differenza tra chi scegliamo di seguire, tra chi decidiamo di eleggere a nostro mentore o a nostro coach.

Nel coaching vogliamo qualcuno che ha i “superpoteri” non umano né raggiungibile?

Qualcuno che ha un ego tale da non mostrare le sue debolezze e da apparire perfetto?

È lecito, ma dice qualcosa di noi e soprattutto di quanto siamo disposti a crescere. Perché a quel modello, per quanto ci illudiamo, non arriveremo mai.
Oppure vogliamo qualcuno che si impegna, ma è fondamentalmente una persona normale. Qualcuno con qualche lato oscuro e forse talvolta anche attaccabile, ma che ci da la dimostrazione di andare oltre, di ricompattarsi ogni volta fino a prevalere sul “male” grazie all’allenamento delle sue qualità umane?
Batman è vincibile, Batman è umano, per questo quando io scelgo di farmi allenare, nelle sessioni di coaching, per raggiungere un livello più alto scelgo di farlo con qualcuno che posso aspirare a battere, non con Superman…a meno che non abbia più consapevolezza di me e dei miei limiti.

E tu, come scegli ii tuo coaching? E i  tuoi coach nella vita? Preferisci un Coach Superman da ammirare o un Coach Batman da poter raggiungere e superare?

Marco Valerio Ricci
***L’Allenatore della Felicità***
Licensed NLP Master Trainer & Coach

Coaching: Se segui le tue emozioni sei un pazzo!

Coaching: è interessante pensare che chi ha il coraggio di seguire le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti e sensazioni (entrambe le parole derivano dalla radice sentire) sia considerato “pazzo”.

A ben riflettere è evidente come ci siano delle presupposizioni implicite. Chi è un pazzo?

[youtube video_id=”3gr9GPRFj5E” width=”640″ height=”360″ ]

Colui che ha il coraggio di comportarsi, di comunicare, di esprimere se stesso in maniera diversa dagli altri.

A qualcuno nella nostra cultura viene insegnato ad ammirare i pazzi?

A seguirli, ad incentivarli nelle loro espressioni? Non so nella tua esperienza, nella mia si dal punto di vista famigliare, no da quello scolastico istituzionale.

Il presupposto è che essere pazzo non sia beeeello.

Che se una persona è pazza si debba riportare alla normalità. Ma perché? Semplice, come faccio a controllare un pazzo? Come posso manipolare qualcuno che segue ciò che sente (dentro di sé) invece di ascoltare quello che arriva dall’esterno?
Essere pazzi richiede coraggio, si.

Il coraggio di saper resistere alla riprova sociale che cerca subdolamente di far sentire inadeguata la persona che è se stessa, quindi diversa da chiunque altro.

Con l’aiuto del coaching puoi trovare il coraggio di cercare dentro di te i riferimenti rispetto al tuo valore, al giudizio di te; cosa che ci è stato insegnato a non fare dalla famiglia, dalla scuola, dalle istituzioni. Nelle sessioni di coaching è possibile attuare un cambiamento in tal senso.

[youtube video_id=”r-gv160oJRk” width=”640″ height=”360″ ]

Ogni volta che ci viene detto “bravo/brava”, “che bravo bambino/a”, per poi passare al “bravo cittadino”, “brava mamma”, “bravo papà”, “brava moglie” e “bravo marito”.

Sembra quasi che l’aggettivo bravo sia diventato equivalente a “che si comporta come ci si aspetta”, ovviamente da qualcuno all’esterno di noi!

Eppure originariamente la parola bravo deriva da bravus (lo sai quanto ritengo importante l’etimologia delle parole – ogni parola al suo posto perché ogni parola ha il suo posto).

E bravus vuol dire coraggioso, abbiamo un retaggio di questo nel nome dei “bravi”, ricordi il manzoniano “I promessi sposi”? E che dire del significato rimasto nell’espressione “Hai fatto una bravata”? Non indichiamo proprio un atto fuori dagli schemi, coraggioso, fin anche avventato?

Ecco allora, ti incito a riprendere ad essere “Bravo”, ad essere Pazzo, per te stesso, per la tua vita e la tua felicità. Cosa succederebbe se diventassi Bravo una volta al giorno?

Marco Valerio Ricci ***L’Allenatore della Felicità***

Master Trainer in Programmazione Neuro Linguistica & Coaching