Coaching: Se segui le tue emozioni sei un pazzo!

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Coaching: è interessante pensare che chi ha il coraggio di seguire le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti e sensazioni (entrambe le parole derivano dalla radice sentire) sia considerato “pazzo”.

A ben riflettere è evidente come ci siano delle presupposizioni implicite. Chi è un pazzo?

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Colui che ha il coraggio di comportarsi, di comunicare, di esprimere se stesso in maniera diversa dagli altri.

A qualcuno nella nostra cultura viene insegnato ad ammirare i pazzi?

A seguirli, ad incentivarli nelle loro espressioni? Non so nella tua esperienza, nella mia si dal punto di vista famigliare, no da quello scolastico istituzionale.

Il presupposto è che essere pazzo non sia beeeello.

Che se una persona è pazza si debba riportare alla normalità. Ma perché? Semplice, come faccio a controllare un pazzo? Come posso manipolare qualcuno che segue ciò che sente (dentro di sé) invece di ascoltare quello che arriva dall’esterno?
Essere pazzi richiede coraggio, si.

Il coraggio di saper resistere alla riprova sociale che cerca subdolamente di far sentire inadeguata la persona che è se stessa, quindi diversa da chiunque altro.

Con l’aiuto del coaching puoi trovare il coraggio di cercare dentro di te i riferimenti rispetto al tuo valore, al giudizio di te; cosa che ci è stato insegnato a non fare dalla famiglia, dalla scuola, dalle istituzioni. Nelle sessioni di coaching è possibile attuare un cambiamento in tal senso.

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Ogni volta che ci viene detto “bravo/brava”, “che bravo bambino/a”, per poi passare al “bravo cittadino”, “brava mamma”, “bravo papà”, “brava moglie” e “bravo marito”.

Sembra quasi che l’aggettivo bravo sia diventato equivalente a “che si comporta come ci si aspetta”, ovviamente da qualcuno all’esterno di noi!

Eppure originariamente la parola bravo deriva da bravus (lo sai quanto ritengo importante l’etimologia delle parole – ogni parola al suo posto perché ogni parola ha il suo posto).

E bravus vuol dire coraggioso, abbiamo un retaggio di questo nel nome dei “bravi”, ricordi il manzoniano “I promessi sposi”? E che dire del significato rimasto nell’espressione “Hai fatto una bravata”? Non indichiamo proprio un atto fuori dagli schemi, coraggioso, fin anche avventato?

Ecco allora, ti incito a riprendere ad essere “Bravo”, ad essere Pazzo, per te stesso, per la tua vita e la tua felicità. Cosa succederebbe se diventassi Bravo una volta al giorno?

Marco Valerio Ricci ***L’Allenatore della Felicità***

Master Trainer in Programmazione Neuro Linguistica & Coaching

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