Coaching: come il tempo può rivelarsi un elemento critico!

Coaching: come il tempo può rivelarsi un elemento critico!

Durante le sessioni di Coaching e i seminari di PNL sento persone lamentarsi della mancanza di tempo per fare ciò che vorrebbero, per affrontare difficoltà e sfide che la vita mette loro davanti.

Credo che se c’è una cosa giusta ed equa al mondo è la quantità di ore, minuti e secondi che ciascuno ha a disposizione, ciò che fa la differenza è come noi li usiamo.

Ecco un’osservazione di autore sconosciuto che circola su internet e farà riflettere molti di voi:

Esistono cose che sono preziose solo per noi, cose che per altri non significano nulla. Cose che in noi provocano emozioni, gioia, felicità, ricordi. Ed esiste il tempo che scorre inesorabile. Tutti noi abbiamo la possibilità di scegliere se agire oggi o se rimandare all’infinito.

Immagina che esista una banca che ogni mattina accredita sul tuo conto la somma di 1.440 Euro e che ogni notte tutto il denaro che non hai usato venga cancellato dal conto.

Che faresti?

Ovviamente ritireresti fino all’ultimo centesimo ogni giorno. Ebbene, ognuno di noi possiede un conto in questa Banca. Il suo nome? Banca del Tempo.

Ogni mattina questa Banca ti accredita 1.440 minuti di vita. Ogni notte questa Banca cancella il credito che non hai investito durante la giornata.

coachingSe non utilizzi il deposito giornaliero, lo perderai e non potrai più tornare indietro. Devi vivere nel presente con il deposito di oggi.

Investi questo tempo per ottenere il meglio della salute, della felicità, del successo.

L’orologio continua il suo cammino. Ottieni il massimo da ogni giorno, da ogni ora, da ogni minuto. Per capire il valore di un giorno, chiedi all’editore di un quotidiano. Per capire il valore di un minuto, chiedi a chi ha appena perso il treno.

Dai valore ad ogni momento che vivi, e gli darai ancora più valore se lo potrai condividere con una persona speciale, tanto speciale da dedicarle il tuo tempo.

Ieri? E’ storia passata e non ritornerà mai più. Domani? Mistero, nessuno sa cosa ci riserverà. E’ per questo che esiste solo il presente! Ed è per questo che dobbiamo vivere ed agire in questo preciso istante.”

“Non fare in modo che sia la vita a controllare te, ma che sia tu a controllare lei!”

Vivi con passione.

Marco Valerio Ricci

Master Trainer in PNL programmazione neuro linguistica e Coach

Coaching: tenere le persone migliori

Coaching: tenere le persone migliori

Una delle maggiori sfide delle organizzazioni oggigiorno è la fidelizzazione delle persone

che hanno raggiunto un alto grado di capacità nel settore specifico in cui tale organizzazione opera, sia essi siano Manager o Sportivi le Aziende sempre di più si rivolgono ai professionisti del coaching.

Il coaching è un’attività professionale specialistica con l’obiettivo di aiutare le persone a  migliorare nella loro professione, sostenendole emotivamente nelle loro performance e aiutandole ad acquisire maggiori competenze.

Il professionista del Coaching è conosciuto come il Coach ad evocare l’allenatore ed in questo caso: l’allenatore della mente.

coaching

Istintivamente si pensa all’ambito lavorativo aziendale, nel quale la questione riguarda prevalentemente quei lavoratori il cui lavoro richiede l’uso delle capacità della mente piuttosto di quelle muscolari.

Raramente si pensa invece che la questione sia estremamente importante anche per tutte quelle realtà che operano nell’ambito sportivo.

Spesso si delega soltanto agli allenatori, in particolare dei settori giovanili il compito di mantenere e fidelizzare le risorse che costituiscono il presente ed il futuro della società, ma non è sufficiente, l’impegno deve partire dall’intero gruppo dirigente che ha il compito di creare l’ambiente e formarsi per far si che l’esecutore finale, cioè l’allenatore e gli atleti, scelgano di rimanere.

Cosa fare per far sì che questo effettivamente avvenga? Ecco alcuni suggerimenti dati dal coaching di facile attuazione per ottenere il risultato desiderato:

1.    Aiutate gli atleti a crescere, come persone e nel loro campo specifico. Una delle migliori armi di fidelizzazione è instaurare un rapporto società/atleta fondato anche su un genuino spirito di riconoscenza reciproca di per quanto viene fatto o messo a disposizione.

2.    Riconoscete la loro importanza. Potete assegnare loro dei compiti o dei ruoli che vengano percepiti come “speciali” o di “rilievo” per soddisfare l’innato bisogno d’importanza presente n ogni essere umano.

3.    Create situazioni al di fuori della consueta routine. Ognuno di noi sa quanto il grado di motivazione sia inversamente proporzionale alla noia data dalla ripetitività.

4.    Mostrate un interesse genuino nelle persone. Che siano atleti piuttosto che persone che hanno un diverso rapporto con voi, il modo più efficace per continuare ad avere un buon rapporto è far sentire alla persona che gli siete sinceramente vicini.

Se poi il vostro interesse non è solo sportivo, ma anche lavorativo sono sicuro che avrete trovato queste poche indicazioni ancora più utili.

Vivete con passione!

Marco Valerio Ricci Master in PNL e Coach

Coaching: Coach mentale motivazionale emozionale creativo

Coaching: quando e perché rivolgersi al Coach?

coach e coaching MVR

Il Coach di solito all’inizio fa una serie di domande e alla mia domanda di specificare ciò che per loro significa il successo, la maggior parte di queste persone si scopre a desiderare qualche cosa che è esterno a loro stessi, identificabile con qualcosa di materiale ed appariscente che possa essere notato dagli altri.

Nel definirlo si rendono.. conto che il successo è spesso uno stereotipo influenzato dai media e dall’ambiente circostante.

Così mi chiedono se ho una mia definizione, una definizione da coach

 

Voglio condividerla con voi.

Avere successo vuol dire realizzare i propri sogni, non ha nulla a che vedere con l’ambito economico, di fama, ricchezza e tutto ciò che comunemente si indica con questo termine, successo.

Successo è superare le avversità che ci impediscono di realizzare qualcosa, qualunque cosa, come genitori, lavoratori, professionisti, partner di una relazione, amanti, figli.

Quante volte abbiamo visto persone che avevano tutto “distrutte dal loro stesso successo?”

Ecco quello non era il successo, era qualcosa di molto diverso; questo non lo dico da coach ma da persona comune.

Il successo e quello che può fare un coach per te, è darti:

  •     equilibrio interiore,
  •     è benessere psicofisico,
  •     è saper dare incondizionatamente e ricevere senza sentirsi inadeguati,
  •     è amare la vita, gioire per uno sguardo, intenerirsi di fronte a qualcosa di inatteso,
  •     è chiarire i propri obiettivi,
  •     è raggiungerli qualsiasi essi siano,
  •     è dare un significato alla vita, un significato proprio, non condizionato dall’ambiente, dalla cultura, dagli altri,
  •     è essere felici, solo perché si è, indipendentemente da ciò che si ha e da ciò che si fa.

Personalmente negli incontri di coaching a Roma o ad Aosta ho l’obiettivo di aiutare chiunque abbia il coraggio di sognare questo tipo di successo a realizzarlo.

Perché siamo nati per averlo, ma educati al fallimento.

Le strade che ci hanno insegnato a seguire sono garanzia di infelicità, dobbiamo scoprirne di nuove, di nostre, per realizzare i nostri sogni.
Un buon coach può aiutarti!

Un giorno durante una seduta di coaching a Roma, una persona prima di decidere se fare un incontro o no di coaching mi chiese: “Ma, Marco Valerio, qual’ è l’utilità del coaching! Tu da coach cosa fai?”

Io risposi con un esempio.

Immagina di voler ottenere un risultato, sei estremamente determinato, lo vuoi con tutta te stesso.

Senza l’aiuto di nessun coach, definisci il tuo obiettivo, lo rendi specifico, fai anche un piano d’azione e inizi a lavorare per andare nella direzione di ciò che desideri così fortemente.

Poi per qualche motivo succede un intoppo, qualche imprevisto, un’urgenza, il tuo focus necessariamente cambia, magari scopri di non avere gli strumenti  per affrontare la nuova situazione imprevista.(il coaching individuale o un  corso di pnl ti da le risorse che ti servono, ecco come un coach può aiutarti)

Il livello di motivazione cala, l’entusiasmo per il tuo obiettivo rimane, ma ora devi metterlo momentaneamente in secondo piano.

Passa un po’ di tempo, qualche settimana, un paio di mesi, la situazione si risolve, sei pronto a riprendere il tuo obiettivo, ma nel frattempo qualcosa è cambiato, la situazione ti sembra meno favorevole, magari decidi di aspettare un momento migliore, poi sai quella situazione ti ha un po’ segnato, non vorresti doverne soffrire ancora…e l’obiettivo iniziale si allontana sempre di più.

A questo si aggiunge l’abitudine a giudicarsi, a dire ecco lo vedi allora non sono all’altezza, non raggiungerò mai quel livello tale per cui sarò felice, avrò successo ecc.

Chiunque si può trovare in una situazione simile.

Il coaching grazie alla presenza di un Allenatore che è lì per aiutarti a mantenere la focalizzazione su ciò che desideri, un coach che possiede gli strumenti più moderni per seguirti ed aiutarti a vedere da altre angolazioni le difficoltà e addirittura può accompagnarti nel percorso che ti permette di affrontarle e superarle, ti da la possibilità di diventare sempre più padrona della tua vita, di prenderne il controllo ogni giorno di più.

A volte il Coach nelle sedute di coaching ti incoraggia, altre ti fa guardare allo specchio, qualche volta ti fa scoprire le carte con te stesso, in ogni occasione, quando ne hai bisogno è lì al tuo fianco, una presenza discreta che ti accompagna alla realizzazione di quelli che sono i tuoi sogni, ad una maggiore conoscenza di te, ad un livello di libertà personale superiore, soprattutto a esprimere te stesso e le tue capacità come a scuola, in famiglia e al lavoro nessuno si è mai preso la briga di allenarci a farlo.

Un caro saluto

Marco Vario Ricci Master in PNL e Coach

Coaching: perché affidarsi ad un coach professionista.

Il coaching che svolgo nei miei studi a Roma e ad Aosta non ha nessun intento terapeutico,

è un percorso di allenamento al raggiungimento di obiettivi o risultati specifici che vengono stabiliti durante la prima sessione tra il coach e il cliente.

Ci deve essere un gap, una distanza, tra la situazione attuale e ciò che la persona che si rivolge al Coach vuole ottenere.

Nelle sedute di  life coach se l’obiettivo è risolvere una problematica il codice etico a cui noi aderiamo prevede l’invio ad uno psicoterapeuta (ne abbiamo tra i nostri coach) o la comunicazione, se la persona è autorizzata a effettuare terapie, che si sta uscendo dal campo del coaching e si stanno applicando strumenti differenti.
coaching e coach marco valerio ricci
Nel coaching viene determinato a priori il tempo che durerà il percorso, onde evitare qualsiasi tipo di dipendenza, di legame o di trascinamento inutile per anni del percorso come invece accade in altre forme di intervento.

E’ importante nel coaching la verifica  periodica della situazione, o della posizione raggiunta rispetto all’obiettivo che la persona si è posta.

Per un coach la persona è padrona del percorso, non lo subisce in nessun modo, prendendo reale autocoscienza delle sue capacità e potenzialità.

Una persona durante una sessione di coaching a Roma mi ha chiesto:

  “Cos’è che fa la differenza tra le persone che riescono ad essere felici nonostante tutte le avversità e quelle che se ne lasciano travolgere?”.

La risposta molto semplice è:

 

“Le Domande che si Fanno”.

 

Nell’ambito della comunicazione interpersonale esiste un motto:

“Chi domanda comanda”..

…che vuol dire che chi conduce la conversazione è colui che fa le domande, non chi parla.

La stessa cosa vale al nostro interno, le domande che ci facciamo quotidianamente condizionano le nostre risposte mentali che a loro volta influenzano i nostri comportamenti.

Quando abbiamo fame o freddo ci domandiamo: “Cosa c’è da mangiare?” o “Dov’è quella maglia?”.

In situazioni più complesse ci poniamo domande più importanti:
“Che carriera desidero?” o “Come posso guadagnare di più?”.

Rispondendo alle nostre domande, la mente si focalizza in maniera naturale sulle soluzioni a disposizione e da li proseguiamo nelle nostre decisioni. Da qui l’aiuto di un coach può fare la differenza.

Ogni giorno rispondiamo a migliaia di domande, è il naturale processo del pensare.

Ci chiediamo “Perché sono così sfortunato?” o “Come potrei riuscire convincerlo?” e mentre formuliamo queste domande creiamo delle presupposizioni riguardo al mondo che ci circonda, queste diventano la base delle nostre azioni.

La chiave quindi è prendere coscienza delle domande che ci facciamo.

Molte delle domande che le persone mi riportano durante il lavoro personale, nelle sessioni di coaching,  sono terribili per il coach, non hanno nessuna buona risposta.
Pensate a dove si sposta il vostro focus con domande tipo:

“Perché succede sempre a me?”,
“Come mai nessuno mi ama?”,
“Perché le cose non cambiano mai?”,
“È possibile che non abbia mai un momento di pace?”.

Il problema con queste domande è che il cervello le prende sul serio e cerca di dare una risposta…e trova buone argomentazioni per convincervi che non si può cambiare, o che “nessuno” vi ama, anche se potete cambiare e a un sacco di persone piacete per quel che siete!

Quindi, se vuoi felicità e benessere, il consiglio da coach è di crearti una serie di domande da farti tutte le mattine che spingano il tuo cervello a trovare risposte produttive e piacevoli.
La mia preferita, come coach,  è:

“Come voglio rendere meravigliosa e speciale questa giornata?”

Marco Valerio Ricci
Coach e Master Trainer di PNL

Coaching e Coach: come comunicare oltre le obiezioni

Coaching e Coach: parliamo di come comunicare oltre le obiezioni

Come sapete spesso tratto argomenti di coaching, racconti e storie di successo.

Recentemente ho ricevuto alcune richieste di coaching come coach di sedute sia a Roma che ad Aosta che chiedevano consigli su come gestire la comunicazione durante una trattativa, in particolare quando ci si trova davanti a persone che presentano delle obiezioni rispetto a quanto viene suggerito o proposto.

Poiché questo è un argomento di coaching che a prima vista interessa principalmente chi è nel campo del business, ma in realtà da coach so che  può essere riportato a tutte le relazioni interpersonali, ecco alcuni suggerimenti, la prossima settimana ve ne proporrò ulteriori.

Molto spesso nelle trattative di vendita il cliente nei discorsi chi ci ascolta avanza delle obiezioni che finiscono per causar l’insuccesso della comunicazione.

Questo accade quando il venditore o il proponente vive quella “resistenza” come una sfida, una minaccia al raggiungimento dei propri obiettivi e si lascia condizionare negativamente da questa percezione nel corso della comunicazione trattativa.

coachingParadossalmente, una comunicazione efficace si misura proprio dalla qualità delle obiezioni che scatena perché esse rappresentano una modalità privilegiata per suscitare attenzione e interesse nell’interlocutore.

Esse costituiscono un vero e proprio feedback sullo stato psichico di chi ci ascolta e il cliente, che ne proietta il vissuto, i valori, le convinzioni, lo stato d’animo: quale migliore chiave di lettura, allora, per costruire l’opportunità di “vedere il mondo con gli occhi dell’altro cliente” ed esporgli la trattativa nel modo più adeguato alle sue esigenze e alle sue modalità di comunicazione e comprensione.

Gestire le obiezioni, come suggerisco dal coaching,  quindi non significa trovare il modo per evitarle o raggirarle. Significa piuttosto accoglierle, analizzarle, sintetizzarle e ristrutturarle per fare leva su ciò che più attrae e coinvolge il proprio interlocutore.

Studi recenti di Programmazione Neuro Linguistica PNL sulla gestione delle obiezioni indicano come la loro analisi può essere condotta da 5 prospettive diverse:

  •     PERCHÉ: Qual è il senso dell’obiezione, qual è l’intenzione comunicativa dell’interlocutore?
  •     COSA: Quale aspetto viene obiettato?
  •     COME: Il cliente chiede input informativi? Ha un atteggiamento costruttivo o distruttivo?
  •     QUANDO: Interviene fin dall’inizio della trattativa o manifesta resistenze solo quando si toccano i punti nevralgici (prezzo, servizio)
  •     SCOPO: Promuove una costruzione congiunta di opinioni o tenta solo di imporre il suo punto di vista?

Se il venditore riesce a rispondere a queste domande il suo atteggiamento nei confronti del cliente risulterà decisamente più efficace.

Inoltre, una corretta gestione delle obiezioni si verifica quando vengono rispettati 6 accorgimenti:

  •     Favorire il senso di appartenenza, ossia ricondurre quello che si dice all’esperienza percettiva e mnemonica del cliente;
  •     Favorire l’apprendimento costruttivo ripetendo le proprie argomentazioni, prima di passare ad argomenti diversi. Per ripetizione non si vuole intendere la reiterazione costante e continua di un determinato tema ma il suo esame critico e dettagliato, così da evitare, nella dimostrazione di vendita, carenze informative e difficoltà di comprensione che potrebbero determinare l’insuccesso della trattativa;
  •     Mantenere un atteggiamento orientato al cliente, facendo associazioni frequenti con il suo vissuto e procedendo verso il significato che certe parole hanno per lui prima che per noi;
  •     Parlare sempre degli effetti a cui si va incontro facendo delle scelte anziché altre. Questo espediente aiuta a creare nel cliente immagini sensoriali, inducendolo a percepire meglio il valore del prodotto oggetto della trattativa.
  •     In tal modo, il venditore potrà affrontare la trattativa tenendo sempre ben presente la mappa percettiva del cliente, in modo da riuscire a mediare e ristrutturare anche le posizioni più rigide.
  •     Assumere una prospettiva che sappia “sfumare” i contorni permette di guardare alle resistenze dell’altro sposando la logica del “win win” detta in italiano “io vinco e tu pure”, altrimenti detta della reciprocità, in base alla quale “si vince” davvero solo se si vince insieme!

E tu che metodo usi per comunicare oltre le obiezioni?

Marco Valerio Ricci

Licensed NLP Master Trainer & Coach