Programmazione Neuro Linguistica…ora è scientifico!

PNL

Trasforma le emozioni con la Programmazione Neuro Linguistica…ora è scientifico!

Alcuni mesi fa ha destato scalpore e molti commenti su facebook un articolo in due parti sulla scientificità o meno della Programmazione Neuro Linguistica, che puoi rileggere qui

“PNL: la Programmazione Neuro Linguistica è scientifica? (I parte)”
“PNL: la Programmazione Neuro Linguistica è scientifica? (II parte)”

Per tutti coloro che sono interessati all’argomento, e alla gestione delle emozioni…leggete le prossime righe c’è qualcosa di molto interessante che scoprirete!
In effetti arriva finalmente ancora una nuova conferma “scientifica” di quanto insegniamo nei corsi di base di Programmazione Neuro Linguistica.
Qualche tempo fa è comparso sui Proceedings of National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America uno studio effettuato per localizzare la posizione in cui gli esseri umani provano e sentono le emozioni.

Addirittura dallo studio è nata una mappa che aiuta a localizzare i luoghi fisici all’interno del nostro corpo in cui vengono localizzate. (La “Bodily maps of emotions” la potete trovare a questo link : http://www.pnas.org/content/111/2/646.figures-only )

Chiunque abbia seguito un corso di PNL sa che una delle modalità di lavoro più usate ed efficaci che la Programmazione Neuro Linguistica adotta è quella di aiutare la persona ad individuare la posizione di un’emozione, di identificarne le sottomodalità (potremmo chiamarle le caratteristiche qualitative sottili) con maggior precisione possibile in maniera da portare ad un maggior livello di consapevolezza dell’individuo quanto sta creando nel suo corpo, per poi imparare a modificarlo e quindi a ristrutturare la propria esperienza emotiva trasformando l’emozione in una diversa più funzionale allo stato desiderato.

Ebbene si, come potete vedere dalle immagini qui sotto ora è stato ufficialmente provato che ciascuna emozione ha una posizione all’interno del corpo (come se l’esperienza comune di ognuno di noi nel quotidiano non fosse sufficiente, ma non voglio fare polemica con l’approccio scientifico questa volta…).

Programmazione Neuro Linguistica

Questo comporta anche il secondo assunto della Programmazione Neuro Linguistica, che è quanto a noi intessa maggiormente, cioè che se riusciamo a spostare la sensazione all’interno del corpo, anche l’emozione ad essa correlata cambierà.

So che sto scrivendo qualcosa che per chi conosce la Programmazione Neuro Linguistica è noto, quello che ritengo importante in realtà è che le persone acquisiscano coscienza che, unendo questa comprensione con le conoscenze sulle risposte neuro-associative, l’esperto in Programmazione Neuro Linguistica potrà aiutare le persone che si rivolgono alla sua professionalità partendo dal lavoro più emozionale e guidando successivamente il cliente a modificare i suoi risultati passando attraverso le strategie inconsce e di pensiero.

Poi, una volta fatto questo basterà creare un classico sistema di propulsione per rendere automatico il processo interno nel momento in cui la persona sia esposta alla situazione che inizialmente la faceva accedere ad uno stato emozionale non voluto.

Rileggendo quanto ho appena scritto, immagino lo sguardo di alcuni lettori…della serie: “Mi puoi fare un esempio pratico?”.

Eccolo:

“Alcuni mesi fa stavo lavorando con una donna di circa 25 anni, la chiamerò con il nome inventato di Simona per questioni di privacy.

Si era rivolta a me chiedendomi un percorso per aiutarla ad avere più soddisfazione nella vita. Tralascerò il grosso del lavoro, mi voglio invece concentrare su un particolare che venne fuori durante una sessione.

Questa donna, aveva difficoltà a sentirsi a posto nell’ottenere risultati lavorativi e nelle relazioni affettive a causa dei suoi legami burrascosi con la famiglia di origine, in particolare con la figura del padre, un uomo molto protettivo e con origine e principi “del sud Italia”, come diceva lei.

Inizialmente aveva difficoltà a definire esattamente dove fosse localizzata esattamente l’emozione (questo è un classico segnale di quando le emozioni coinvolte sono molteplici -rabbia, amore, ansia ed altre tutte rivolte alla stessa linea di relazione umana).

Così lavorammo per differenze rispetto ad altre sensazioni corporee e riuscì a individuarla. Quando le chiesi nuovamente dove sentisse questa emozione, la individuò come una sorta di macigno al centro del petto che le prendeva fino alla parte alta dello stomaco.

Ovviamente si sentiva oppressa e con il respiro corto (tipico di quando un’emozione prende al livello del diaframma). Le chiesi a quel punto di concentrarsi sull’area che mi aveva descritto e di tossire tre volte, sempre più forte e al terzo colpo di tosse di immaginare di prendere quel macigno con le due mani, di tirarlo fuori dal suo corpo e metterlo davanti a lei.

Una volta fatto le chiesi se quel macigno avesse una forma e nel caso di descrivermela – per i tecnici questa è un’evidente dissociazione visivo-cinestesica.

A quel punto fu anche in grado di individuarne il colore oltre che la forma. Le chiesi di lasciare lì il macigno e di camminare, descrivendomi le sue sensazioni. Fu stupita dalla leggerezza che provava, da parte mia potevo calibrare ed osservare una diversa postura a livello delle spalle e una tensione dei muscoli del viso decisamente inferiore a prima, nonché una maggiore elasticità nella camminata.

Le chiesi di verificare se procedendo nella vita con questa nuova sensazione lei ritenesse di poter raggiungere ciò che desiderava con maggiore facilità. Simona mi disse che effettivamente si sentiva molto più libera di condurre la sua vita, più padrona di sé e spensierata. Le spiegai che quell’emozione, rappresentata da quella forma l’aveva accompagnata per tanti anni nella sua vita e che le aveva permesso di organizzarsi in una maniera che oggi aveva un equilibrio, benché non fosse quello voluto.

Di conseguenza non poteva semplicemente eliminarla e lasciarla nel mio studio, avrebbe dovuto imparare a trasformarla giorno dopo giorno, finche non avesse acquisito una tale padronanza rispetto alla sua vita che sarebbe stata disposta a lasciarla andare, in quanto il macigno si sarebbe sgretolato giorno dopo giorno dentro di lei, mentre lei cambiava abitudini e comportamenti in maniera ecologica per la sua vita.

Mi ero inizialmente fatto raccontare da Simona in quali occasioni questa emozione facesse la sua comparsa e a quel punto le chiesi di richiamare alla mente occasioni in cui prima provava l’emozione per verificare che in quei momenti fosse adeguato che quell’emozione non ci fosse più.

Poi creammo insieme un ancoraggio per cui ogni volta che si fosse trovata in quelle situazioni quello che prima era un macigno si sarebbe parzialmente sgretolato, perdendo ogni volta alcuni pezzi.

Verificata la funzionalità di questo processo decidemmo anche di cambiare colore al macigno, in maniera che mentre ancora lo portava con se per qualche tempo, le desse comunque un senso di energia e benessere, in quanto facente parte della sua stessa vita.

In questo modo, pur non avendo più la risposta di blocco che aveva prima Simona è riuscita ad effettuare il suo percorso verso una maggiore consapevolezza di sé ed una maggiore libertà personale, effettuando il cambiamento non solo spinta dalla voglia di lasciare andare il passato, ma anche attratta verso il futuro che desiderava in maniera ecologica per se stessa.”

E tu, come aiuti i tuoi clienti a modificare le loro emozioni in maniera che siano più funzionali ancora?

E come modifichi le tue quotidianamente?

Marco Valerio Ricci ***L’Allenatore della Felicità***

Master Trainer in Programmazione Neuro Linguistica & Coach

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *