Programmazione neuro linguistica: l’abito non fa il monaco?

Programmazione neuro linguistica: l’abito non fa il monaco?

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Quante volte sentiamo ripetere il detto  “L’abito non fa il monaco”?

È realmente così o è uno dei tanti esempi di saggezza popolare che nel tempo hanno perso il loro valore originario?

Spesso chi lo dice è una persona che apparentemente non ama curare il suo abbigliamento, né l’aspetto esteriore, che crede di essere libero dalle scelte dettate dalla moda.

Se passiamo ad un osservazione meno superficiale scopriamo che è solo una forma di convinzione personale e che in realtà queste persone sono altrettanto dipendenti dalle imposizioni di gusto esterne, solo che sono diverse, proprio perché amano sentirsi “diversi”.

Allora è vero o no il detto popolare?

In un certo senso mi sento di confermarlo, è vero che l’abito non fa il monaco, se con questo modo di dire intendiamo che un certo aspetto esteriore non è sufficiente per garantire la “qualità” del contenuto.

Ma la maniera in cui noi ci presentiamo è un modo di comunicare l’auto-rappresentazione che noi abbiamo di noi stessi e di come ci rapportiamo al mondo. Spesso è indice di come ci sentiamo in un determinato momento.

Come interagiamo con noi stessi e con il mondo esterno?

Anche l’attenzione per il nostro aspetto esteriore diventa sinonimo di curare ciò che avviene dentro di noi.

Ad esempio la scelta dei colori degli abbinamenti nel vestiario sono espressioni di quello che proviamo, di quello che avviene dentro di noi.

Pensate, il giorno in cui vi sentite radiosi come vi vestireste?

E il giorno in cui non vi sentite altrettanto bene?

La scelta dell’abito è frutto come ogni cosa di un processo interno e quel processo interno si manifesta nel momento in cui ci presentiamo al mondo. Quindi il modo in cui ci vestiamo rispecchia come noi ci sentiamo.

E voi cosa comunicate, al mondo ogni giorno?

Vivete con passione!

Marco Valerio Ricci   Master Trainer in PNL, programmazione neuro linguistica e Coach

Programmazione Neuro Linguistica: sei sicuro che i difetti siano dei problemi?

Programmazione Neuro Linguistica: sei sicuro che i difetti siano dei problemi?

programmazione neuro linguisticaOggi ti voglio raccontare una storia che utilizzo spesso durante i seminari di programmazione neuro linguistica, è una storia zen ed il suo messaggio si rivela sempre importante per chi lo percepisce e sono sicuro altrettanto sarà per te.

Un tempo in Cina in un piccolo paese viveva un uomo che, ogni giorno, si recava alla fontana nei pressi di casa sua con due anfore sulle spalle per riempirle d’acqua e portarla in casa.
Questo si ripeteva giorno dopo giorno, nel tempo in uno dei due contenitori si produsse una crepa da cui l’acqua fuoriusciva durante il percorso dalla fontana all’abitazione, tanto che all’arrivo l’anfora era piena solo per metà.

L’anfora rotta invidiava molto la sua compagna, sempre sana e perfetta, in grado di trasportare tutta l’acqua senza perderne neppure una goccia, e con il passare del tempo iniziò a sentirsi sempre più triste e depressa, convinta della sua inutilità.

Finché, un giorno si rivolse all’uomo e disse:

“Perché non acquisti un’anfora nuova e non mi getti via per fare di me un mucchio di cocci? Con la mia crepa non ti servo a niente, l’acqua di cui mi riempi va sempre persa per metà, sono inutile!”.

L’uomo la guardò meravigliato e le rispose:

“Questo è quello che credi tu, perché vedi solo una parte della realtà, non hai visto che dal lato del percorso in cui ti porto ho piantato dei fiori che grazie all’acqua che ogni giorno cade dalla tua crepa su di loro sono cresciuti rendendo il sentiero da casa mia alla fontana colorato e meraviglioso?”.

La morale è evidente, quante volte ci lamentiamo delle nostre imperfezioni, dei nostri difetti, senza renderci conto che, proprio la nostra mancanza di “perfezione” è una prerogativa che può portare grande giovamento all’ambiente intorno a noi?

Ti propongo un esercizio di riflessione che generalmente propongo nei seminari di programmazione neuro linguistica:  prendi un foglio bianco, dividilo prima verticalmente e poi in orizzontale tracciando una sorta di croce che lo divida in quattro quadranti.

In alto a sinistra scrivi quali sono le tue  cinque migliori qualità e nel quadrante sottostante scrivi chi o che cosa trae giovamento da ciascuna di esse e in che modo.

In alto a destra scrivi le tue  cinque peggiori qualità, nell’ultimo quadrante libero impegnati a trovare almeno un vantaggio per ciascuna di esse, che sia per qualcuno che ti è vicino o per te stesso.

Scoprirai cose che probabilmente non sospettavi neppure!

Marco Valerio Ricci

Master Trainer in PNL programmazione neuro linguistica e Coach

PNL Programmazione Neuro Linguistica: “Lo conservava per un’occasione speciale, poi mia moglie morì!”

Programmazione Neuro Linguistica:

La Programmazione Neuro Linguistica è lo studio di come un linguaggio, sia verbale che paraverbale, influisca sul nostro sistema nervoso.

Nel termine Programmazione Neuro Linguistica  “neuro” si riferisce al cervello, quello “linguistico” al linguaggio, mentre per “programmazione” si intende la messa in opera di un piano o di una procedura.

programmazione neuro linguisticaColoro i quali riescono ad ottenere risultati eccezionali, lo fanno producendo specifiche comunicazioni con e attraverso il sistema nervoso.

In poche parole la Programmazione Neuro Linguistica è la scienza che studia come bisogna governare il nostro cervello in maniera ottimale allo scopo di produrre i risultati che si desiderano, ci insegna non solo a dirigere i nostri stati d’animo e i nostri comportamenti, ma anche gli stati d’animo e i comportamenti degli altri.

La Programmazione Neuro Linguistica fornisce la chiave per svelare l’enigma di come certi individui sono in grado di produrre costantemente risultati ottimali.

“Quando per la prima volta ho visto un esperto di PNL occuparsi di una donna in terapia da oltre 3 anni perchè affetta da fobie, e in meno di tre quarti d’ora..niente più fobie! Sono rimasto di stucco. Dovevo sapere tutto di quella scienza! (Per inciso, molte volte gli stessi risultati possono essere ottenuti in cinque-dieci minuti)” Anthony Robbins

Ecco una storia molto significativa che uso nei miei corsi di di PNL- Programmazione Neuro Linguistica –

“Lo conservava per un’occasione speciale, poi mia moglie morì!”

Il mio amico aprì il cassetto del comodino di sua moglie e ne estrasse un pacchetto avvolto in carta di risoni cui c’era della biancheria intima.

Gettò la carta che lo avvolgeva e osservò la seta squisita e il merletto.

“Lo comprò la prima volta che andammo a New York, 8 o 9 anni fa- disse – non lo usò mai. Lo conservava per un’occasione speciale. Bene. Credo che questa sia l’occasione giusta”.

Si avvicinò al letto e lo mise vicino alle altre cose che avrebbe portato alle pompe funebri. Sua moglie era appena morta.

Girandosi verso di me disse: “Non conservare niente per un’occasione speciale, ogni giorno che vivi è un’occasione speciale”. Penso ancora a queste parole che hanno cambiato la mia vita.

Adesso leggo di più e pulisco di meno. Mi siedo in terrazzo e ammiro il paesaggio senza fare caso alle erbacce del giardino. Passo più tempo con la mia famiglia e gli amici e meno tempo lavorando.

Ho capito che la vita deve essere un insieme di esperienze da godere, non per sopravvivere. Ormai non conservo nulla. Uso i miei bicchieri di cristallo tutti i giorni. Mi metto la giacca nuova per andare al supermercato, se ne ho voglia.

Ormai non conservo il mio miglior profumo per feste speciali, lo uso ogni volta che voglio farlo. Le frasi “un giorno” e “uno di questi giorni” stanno scomparendo dal mio vocabolario.

Se vale la pena vederlo, ascoltarlo o farlo è adesso il momento. Non sono sicuro di cosa avrebbe fatto la moglie del mio amico, se avesse saputo che non sarebbe stata qui per il domani che tutti prendiamo tanto alla leggera.

Credo che avrebbe chiamato i suoi familiari e gli amici intimi. Magari avrebbe chiesto scusa ad alcuni vecchi amici per fare la pace per una possibile lite passata.

Mi piace pensare che sarebbe andata a mangiare cibo cinese, il suo preferito. Se sapessi che le mie ore sono contate sono le piccole cose non fatte che mi infastidirebbero. Il non aver rivisto i buoni amici con i quali mi sarei messo in contatto “un giorno”.

Non aver scritto le lettere che avevo intenzione di scrivere “uno di questi giorni”. Sarei infastidito e triste per non aver detto ai miei fratelli e ai miei figli, con sufficiente frequenza, quanto li amo.

Adesso cerco di non ritardare, trattenere o conservare niente che aggiungerebbe risate ed allegria alle nostre vite.

E ogni giorno dico a me stesso che questo è un giorno speciale.

Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto…è speciale…

Vivetelo con passione!                                           Marco Valerio Ricci

Master Trainer in PNL < Programmazione Neuro Linguistica >

Programmazione Neuro Linguistica: come superare lo stress servendosi delle ancore

La Programmazione Neuro Linguistica può aiutarci a superare i momenti di stress?

 

programmazione neuro linguistica marco valerio ricci

Uno dei momenti più difficili da gestire per la maggior parte delle persone è il periodo di tempo che precede un impegno importante e la risposta alla prima domanda è si:

la programmazione neuro linguistica può aiutarci in questi momenti.

Almeno una volta nella vita ognuno di noi ha provato questa sensazione di stress da test, magari prima di un esame, di un appuntamento di lavoro, di una serata in cui avremmo potuto incontrare quella certa persona che ci piaceva tanto (e magari ora è il nostro compagno/a e non vediamo l’ora di liberarcene…) oppure prima di una partita o gara.

Ci sono persone che hanno durare queste sensazioni di stress pochi istanti, altri si torturano per giorni, altri ancora arrivano ad avere reazioni fisiche estremamente “urgenti” immediatamente prima dell’impegno perché hanno cercato di soffocare le sensazioni troppo a lungo… la Programmazione Neuro Linguistica può dare un concreto aiuto a tutti loro.

La casistica è lunghissima e non voglio elencarla tutta, ciò che da coach mi interessa è “come possiamo gestire situazioni di stress di questo genere?”. Aiutandosi con alcune tecniche di Programmazione Neuro Linguistica, le fasi necessarie ad affrontare momenti di stress da test come questi sono:

  1. riconoscere ciò che stiamo vivendo;
  2. accettare la sensazione: vuol dire che per noi è importante e ci teniamo;
  3. dare uno stop immediato ai giri di testa e alle immagini/previsioni negative che abbiamo in mente e che generano la sensazione, in gergo si dice “smettere di farsi le pere”…;
  4. fermarsi e fare dieci profondi respiri immaginando di buttare fuori la tensione ad ogni espirazione;
  5. creare un film mentale di come vogliamo che vada, fate in modo che sia molto particolareggiato e vivido, immaginate la situazione ideale, come andrebbe se tutto fosse perfetto, le vostre azioni, le reazioni di chi vi sta intorno, i suoni, la luminosità, le vostre sensazioni fisiche, come sareste vestiti, la durata della situazione, il risultato finale;
  6. ripetere il punto cinque, almeno tre volte, facendo attenzione a scendere sempre più nei particolari.

La mente umana non è in grado di distinguere tra un’esperienza realmente vissuta ed una vividamente immaginata – avete presente quando vi svegliate di notte da un sogno e vi chiedete se è reale o appunto è solo un sogno? – creando questo tipo di fantasia non potrete influenzare gli eventi futuri, ma è molto facile che riuscirete a condizionare il vostro cervello ad andare nella direzione che voi desiderate piuttosto che in quella delle vostre paure.
Questa è davvero una delle tecniche di Programmazione Neuro Linguistica più potenti.

D’altronde il nostro organismo segue più facilmente i comportamenti che per lui sono abituali e in questo modo avete iniziato a creare una sorta di piccola abitudine. Inoltre siete già mentalmente preparati alla situazione che vivrete e difficilmente vi troverete spaesati.
La Programmazione Neuro Linguistica sfrutta tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, sia consci che inconsci al 100%.

Una delle tecniche sperimentate e ideate da R. Bandler e J. Grinder è l’ancoraggio.
Nella Programmazione Neuro Linguistica, l’ancoraggio è una tecnica ed un metodo in grado di attivare a comando una potente risorsa inconscia, che permette a qualsiasi persona di potersi mettere istantaneamente in uno stato d’animo potenziante.

L’ancoraggio nella Programmazione Neuro Linguistica è anche un metodo per usare le risorse degli altri al fine di ottenere le reazioni che noi vogliamo loro abbiano.
Attenzione però, le ancore nel rapporto con gli altri (per chi sa riconoscerle e usarle) possono diventare un grande alleato per raggiungere il proprio obiettivo , ma possono diventare un’arma a doppio taglio per chi invece non sa riconoscerle e non le sa utilizzare.
Possono causare grandi problemi e resistenze nel rapporto sentimentale, nel rapporto lavorativo, nel settore finanziario, nel settore della salute e nel rapporto famigliare.
L’ancoraggio nella programmazione Neuro Linguistica è un processo per cui il suono di una canzone, un odore di uno specifico profumo, la vista di una determinata cosa, il ricordo di una situazione si associa (si ancora)  a qualcos’altro.
Per esempio, non ti è mai capitato di ascoltare dopo molto tempo una precisa canzone e ricordare una determinata persona o di ricordare un periodo bello o brutto della tua giovinezza?
Non ti è mai capitato di sentire un determinato  profumo addosso ad una persona e di ricordarne piacevolmente o con fastidio un’altra? Nel momento in cui succede tutto questo, si dice che un ancora è stata attività. L’ancoraggio è una tecnica della Programmazione Neuro Linguistica che  può essere attivato volontariamente o involontariamente.

Sicuramente da giovane avrai trascorso delle vacanze  piacevoli, di divertimento, di spensieratezza che ti procuravano grande piacere. Il piacere era associato alla località, cosicché quando oggi pensi a quella località o qualcuno te la ricorda tendi a sperimentare nuovamente alcune sensazioni di piacere .

Si dice che all’accadere di questa situazione le ancore si sono riattivate.
La stragrande maggioranza delle persone non si rende conto che molte delle nostre reazioni negative o positive sono ancorate a questi “inneschi”. Un’ ancora può essere l’ascolto dell’inno Italia, un gesto, una parola, la vista di una persona,  qualsiasi cosa che ti faccia provare grandi sensazioni ed emozioni collegate o associate a quella particolare cosa.

Il mondo è pieno di ancore e per chi è esperto di Programmazione Neuro Linguistica è facile riconoscerle!

Hai un fastidiosissimo mal di testa e non riesci a farlo passare e qualcuno ti offre una pasticca di “Moment” e il mal di testa ti passa quasi immediatamente facendoti ritornare in uno stato di benessere, d’ora in poi ogni volta che ti verrà mal di testa penserai subito di ingerire una pasticca di “Moment”
Hai passato una straordinaria vacanza a Riccione con il tuo partner?

Bene, per tutta la vita ogni volta che qualcuno nominerà il nome di quella città, penserai a quella favolosa vacanza.
I pubblicitari che ti piaccia o no lavorano sulle ancore.

Ogni giorno siamo bombardati da messaggi pubblicitari. Dovunque andiamo siamo imbottiti da slogan sparati volontariamente in ripetizione dai pubblicitari, nella speranza di ancorare più persone possibili ai loro prodotti o servizi.

Le ancore, quindi, possono essere sfruttate anche per superare momenti di stress e sono uno degli elementi chiave della Programmazione Neuro linguistica da utilizzare a nostro favore, l’importante è farle proprio e sapere come fare.

Marco Valerio Ricci Master in PNL e Coach

Programmazione Neuro Linguistica: lo schema inverso dell’ Avere – Fare – Essere

Programmazione Neuro Linguistica: oggi è Avere Fare Essere ma è proprio così che dovrebbe andare?

Durante i corsi di Programmazione Neuro Linguistica per diventare Practitioner,  dove per  Practitioner in Programmazione Neuro Linguistica  si intende, qualcuno che ha imparato ad utilizzare: gli atteggiamenti, i principi e le tecniche della Programmazione Neuro Linguistica.

I suoi creatori Richard Bandler e John Grinder intendevano che fossero usate per se stesso e con le altre persone.Lancio la provocazione ai clienti, futuri esperti di Programmazione Neuro Linguistica, con la domanda:

“Indipendentemente dalla Programmazione Neuro Linguistica e cosa abbiamo appreso oggi, cosa ti servirebbe per essere veramente felice e cos’è per te il benessere?”.

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Nella maggior parte dei casi la risposta è del tipo:

“Per me stare bene vorrebbe dire avere una bella casa, magari con il giardino in cui potermi rilassare il fine settimana, una bella macchina, una vita tranquilla con mio/a marito/moglie, tot soldi sul conto in banca, magari una seconda casa al mare o una baita in montagna e magari vorrei anche essere andato già in pensione, perché no? ..

 

…ecco se avessi tutto questo sarei felice e potrei dire di aver raggiunto il benessere.”

Vi è mai capitato di sentire qualcuno che conoscete dare una definizione simile?
A me capita molto spesso. Ma riflettiamoci un attimo, lasciamo da parte la Programmazione Neuro Linguistica per un attimo, cosa ci dicono le persone con una frase di questo genere?

Innanzitutto c’è da notare come sia estremamente raro che le persone descrivano una situazione in cui abbiano il coraggio di parlare di raggiungere una situazione “veramente felice”, di solito traduciamo questa definizione con “stare bene”…

..e non è proprio la stessa cosa, a maggior ragione perché spesso viene ulteriormente fraintesa con il “non stare male” (basti pensare a quando ci si incontra per la strada e ci chiedono il classico “Come stai?” e rispondiamo “Non c’è male”) …

…pensaci bene, è come giocare a calcio sempre nella propria metà campo, senza mai superare la linea di centrocampo, per non prendere goal, ma solo se arriviamo vicino all’area avversaria abbiamo l’opportunità di segnare!

Torniamo alla frase da cui siamo partiti, nonostante il contesto sia un corso per diventare Pratictioner di Programmazione Neuro Linguistica le risposte sono quelle di persone comuni infatti avete mai notato come nella nostra società le persone identifichino il loro benessere con il possedere dei beni, con l’avere qualcosa? (ricordati della novella di Verga “La roba” in cui il grande autore siciliano faceva proprio il verso a chi si danna e si illude di possedere realmente qualcosa!)..

..nella maggior parte dei casi si può delineare uno schema

AVERE – FARE – ESSERE, cioè

“se avessi questo, allora farei questa cosa e di conseguenza sarei…felice”.
In una società dominata dall’apparenza, e nella quale chi possiede qualcosa è una persona importante, è un modo di pensare che riscontro comunemente, ma è anche un modo per garantirsi l’infelicità.
Questa non ce lo insegna la Programmazione Neuro Linguistica ce lo insegna la vita!

Se noi aspettiamo di avere qualcosa per agire e solo dopo inizieremo ad “essere” in realtà stiamo giocando un gioco in cui partiamo già sconfitti.

Pensateci chi è che di solito ottiene qualcosa? Chi aspetta e spera o.. chi agisce per andarselo a creare?

E chi fa azioni concrete non è chi ha un maggiore spessore personale?
Aldous Huxley era solito ripetere

“il vero scopo della vita non è la conoscenza bensì l’azione”

Rimanere ad aspettare che qualcuno o qualcosa arrivi da noi e ci regali o porti ciò  che noi vogliamo non serve a nulla, dobbiamo agire se vogliamo raggiungere un qualsiasi risultato, e per farlo dobbiamo iniziare ad essere in un certo modo, ad essere delle persone che fanno per ottenere, che seguono lo schema inverso rispetto a prima cioè:

ESSERE – FARE – AVERE

“Prima di poter fare qualcosa devi diventare qualcosa”
Johann Wolfgang Goethe

Questo vale sia per la vita reale che per la Programmazione Neuro Linguistica.